OUIJA, UN HORROR CHE DOVREBBE SPAVENTARE E INVECE PROVOCA SOLO TANTI SBADIGLI
DURATA FILM: 89′
USCITA IN SALA: 8 gennaio 2015
VOTO: 2 su 5
Prima regola: non giocare da solo con la tavoletta ouija. Da piccole, Laine aveva insegnato all’amica Debbie come usare la tavola ouija, con cui, per gioco, si può comunicare con gli spiriti. Diventata grande, Debbie si decide a bruciarla perché spaventata da quell’oggetto e confessa a Laine di essersene disfatta non senza averci giocato per molto tempo da sola. Tuttavia, Debbie ritrova la tavoletta nella sua camera e, sconvolta, si impicca. Decidendo di voler comunicare con l’amica morta, Laine coinvolge i suoi amici in un gioco mortale con la tavoletta ouija che risveglierà alcuni poteri oscuri.
Fin da subito si percepisce che Ouija è un film diretto a un pubblico giovanile proprio per la presenza dei suoi interpreti, alcuni volti noti al pubblico di appassionati di serie tv, come la protagonista Olivia Cooke (Bates Motel), Shelley Hinning (Teen Wolf) e Douglas Smith (Big Love e Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: Il mare dei mostri) ma che tuttavia propongono interpretazioni deboli e personaggi poco approfonditi che non coinvolgono lo spettatore.
Il regista Stiles White è all’esordio dietro la macchina da presa e forse lo si può perdonare, considerando che ha una qualche esperienza come sceneggiatore con il genere horror – Boogeyman – L’uomo nero e il discreto The Possession. In Ouija però White fallisce nel creare la tensione tipica del film dell’orrore a causa di dialoghi deboli e banali, e anche i colpi di scena sono altamente scontati.
Se si può salvare qualcosa di Ouija è nella scelta di dividere il film in due parti: la prima dedicata alla perdita dell’amica e al tentativo di mettersi in contatto con lei, la seconda nella realizzazione che il mondo dei morti e quello dei vivi devono restare separati.
Non ci sono più gli horror di una volta.