IL VINCISANGUE, IL FILM INDIPENDENTE DI MATTEO MO
Il cinema indipendente italiano torna a guardare alle atmosfere dell’horror. Da qualche tempo a questa parte, l’horror non ha più quel ruolo centrale di protagonista del cinema che un tempo aveva, tant’è che spesso in sala troviamo remake di grandi classici. Mancanza di interesse, mancanza di originalità, chi può dirlo, fatto sta che quando sentiamo parlare di un nuovo film di genere gli amanti ne devono prendere nota. Specialmente nel panorama italiano poi.
Matteo Mo, regista e attore italiano, con Il Vincisangue non solo è andato a ricercare genere, ma ha deciso di maneggiarlo andando a riconquistare quelle atmosfere gotiche tanto in voga sul finire degli anni ’50 grazie a Riccardo Freda e Mario Bava, precursori del cinema di Dario Argento, tanto per fare un nome. La trama è la storia di una donna che perde il marito in misteriose circostanze tra i canali di Venezia. Non rassegnandosi ai dati ricevuti dall’autopsia, comincerà ad indagare per far luce sulla verità. Un ispettore a cui il caso è stato affidato l’affiancherà. Emergeranno i contorni di un mondo sotterraneo ed inquietante del quale non avevano mai nemmeno considerato l’esistenza.
“La passione per il cinema mi spinge a muovere gli occhi. Il cinematografare allena lo sguardo, chiede il massimo: l’esercizio della lucidità. Nel magma di questa rotazione penso a dove siamo giunti oggi e non posso fare a meno di ritornare con la mente al cinema di genere. Quello geniale, spigoloso, che ti avvolgeva nel becco di una storia per poi trascinarti nelle ragnatele avvolgenti di un carico formidabile d’atmosfera, costringendoti a dialogare a passo libero con i tuoi limiti. Penso ai film di Mario Bava, ai colori sporgenti che era in grado di catapultarci addosso, mi vengono in mente i primissimi lavori di Dario Argento”, queste le parole del regista.
“Perché abbandonare questa folgorante possibilità di assorbire le immagini lasciandoci educare in modalità artisticamente elastica? In Italia, un tempo madrina di tutto ciò, il cinema di genere non si pratica più. O meglio, lo si fa estremamente di rado. Troppo. Forse i più vispi e attenti sono i fratelli Manetti. Per questo ho deciso di girare Il Vincisangue. Non una citazione, non un’operazione filologica, ma un tentativo di ritorno a quelle dinamiche”.
E per chi quel tentativo non se lo vuole perdere, da stasera alle 23 il film sarà online ed accessibile a tutti tramite YouTube sui canali della Sabaoth Film, casa di produzione indipendente che dal 2004 ha sostenuto il Sabaoth International Film Festival – evento cinematografico biennale a sfondo etico e sociale che si svolge a Milano.