FERMOIMMAGINE: L’ERBA DI GRACE, CALENDAR GIRLS E WE WANT SEX
Nigel Cole nasce nel 1959 nella soleggiata Cornovaglia, ma cresce e studia in centro a Londra. La sua carriera dietro alla macchina da presa inizia in giovane età: negli anni Ottanta dirige spettacoli e documentari per la ITV, una piccola televisione indipendente inglese, mentre nel decennio successivo si divide tra il teatro (anche in veste di sceneggiatore) e la regia di diversi episodi per le serie Cold Feet e Peak Practice. Il passaggio al grande schermo arriva nel 2000, quando dirige il suo primo lungometraggio L’erba di Grace.
Alla morte del marito Grace scopre il mare di debiti su cui si basava la loro tranquilla vita insieme, ma come può una rispettabile signora di mezza età appassionata di giardinaggio guadagnare tutti i soldi necessari per salvare la sua casa? Un inaspettato e stupefacente suggerimento arriva dal suo amico e giardiniere Matthew, che nel tempo libero coltiva un piccolo lotto di marijuana con scarso successo. L’abilità di Grace trasforma l’esperimento di Matthew in una potenziale fonte di guadagno, ma lanciarsi sul mercato sarà un’impresa più complicata del previsto.
Cole ritrae con delicatezza ed efficacia la piccola comunità di un idilliaco paesino sulle coste della Cornovaglia, regalando al pubblico una commedia ricca di ironia e personaggi ben definiti. Su tutti spicca Brenda Blethyn, protagonista brillante e prima tra le figure femminili che il regista regalerà al suo pubblico.
Tre anni dopo, la seconda pellicola di Nigel Cole è di nuovo ambientata in un piccolo villaggio, ma nella campagna dello Yorkshire, ed è ancora una volta declinata al femminile, ma in maniera corale. Calendar Girls racconta le vicende di un gruppo di signore membre del Women’s Institut locale: quando il marito di Annie muore a causa della leucemia, la sua migliore amica Chris cerca di coinvolgere il club in un’iniziativa per raccogliere fondi e lasciare qualcosa in suo ricordo. L’idea, semplice ma audace, è quella di posare nude per un calendario dedicato alle salutari attività incoraggiate dal Women’s Institut: dal giardinaggio alla pasticceria, sino al canto di Natale collettivo di dicembre. L’inaspettato successo trasformerà però l’iniziativa di Chris e Annie in un caso mediatico.
Il ricco cast tutto al femminile non intimorisce Cole, che si rivela un direttore d’orchestra preciso e puntuale. La storia mantiene il giusto equilibrio tra momenti comici e riflessioni più profonde, scorrendo con ritmo e naturalezza. Il regista ha modo di ritornare su un soggetto simile, ma più impegnato, dopo un’infelice parentesi lavorativa in America: è infatti solo nel 2010 che Nigel Cole torna in Gran Bretagna e gira We Want Sex. Questa volta le protagoniste sono le 187 operaie dello stabilimento Ford di Dagenham, che nel 1968 indissero uno sciopero per rivendicare la parità dei diritti e di retribuzione delle lavoratrici inglesi. Il soggetto e la collocazione temporale offrono nuovi spunti a Cole, a partire dal taglio del film, ancora ironico ma più ponderato, sino al reparto costumi, curatissimo e sgargiante.
Le tre pellicole mostrano una crescente abilità da parte del regista nel gestire e rendere giustizia alle sue protagoniste femminili, sempre più numerose e agguerrite, ma lasciano trasparire anche il pieno rispetto dei loro sentimenti, dipinti con delicato humour inglese. Tre storie basate su fatti realmente accaduti, adattati al grande schermo con efficacia ma restituiti al pubblico con fedeltà.