“LA SREGOLATEZZA PURA MI ESALTA!”
Svogliato genio, semplice e veloce sciorinamento di parole, disimpegnate riflessioni sulla vita, incessantemente pigro ma comunque brillante, in una parola: Bart.
Bart è il personaggio ideato da Marco Ponti per Santa Maradona, autore e regista del film. Cosa faccia Bart è un po’ un mistero, quel che si sa è che condivide un appartamento nella grigia Torino con Andrea, un giovane neolaureato in cerca di un lavoro tra un colloquio e l’altro. Andrea è interpretato da Stefano Accorsi ed è il protagonista del film, difatti la storia d’amore si dipana per lui, le nevrosi e il punto di vista di questa ben raccontata vicenda sono al suo servizio ma qualcosa non va come deve andare, qualcosa frena in parte l’empatia del pubblico con il seppur simpatico protagonista. Quel “qualcosa” è Libero De Rienzo, corpo e mente del personaggio di Bart, grande ed efficace interprete di un geniale coprotagonista. Non che il giovane e scanzonato personaggio faccia vero e proprio ostruzionismo a quello di Andrea, ma sicuramente ha catalizzato un’attenzione tale da oscurarlo e diventare simbolo amatissimo del film.
Bart è fidato consigliere, attaccabrighe, polemico, irriverente e irrispettoso amico di Andrea. Il suo punto di vista rimane sempre al di sopra di tutto, ed è con cruda obiettività e sguardo distaccato che consiglia il suo coinquilino. Bart è un autentico filosofo del nuovo millennio, un filosofo in accappatoio potremmo dire, che con grande leggerezza dice la sua ma che con altrettanta profondità affronta la sua visione delle cose. I ragionamenti detti con accattivante velocità, la stessa che caratterizza la pellicola, si incontrano con quelli di Andrea.
Si potrebbe definirli vaneggiamenti brillanti o filosofia leggera, comunque li si chiami sono pensieri di protagonisti bloccati a crogiolarsi in una ferma e stantia esistenza, divisa tra partite di squash improvvisate in salotto, finti tentativi di svolta, il fin troppe volte proposto connubio “Pizza e cassetta” e fin troppo piccole aspirazioni, inghiottite nell’esistenza monotona di una città che a questi due giovani annichiliti, poco ha da offrire. Come lo stesso regista li ha definiti, questi due amabilissimi e umani personaggi sono dei “nichilisti, ottimisti.” Entusiasti depressi in attesa di una svolta nella loro esistenza. La svolta potrebbe arrivare dal fortuito incontro con Dolores, un’affascinate aspirante attrice e maestra, che ruberà il cuore di Andrea e che come tutte le svolte necessiterà di una crisi. Un crisi che farà fuoriuscire le debolezze la frustrazione e l’insoddisfazione dei due amici che si scontreranno, ma non per questo abbandoneranno.
Ruolo che gli è valso il David di Donatello come miglior attore non-protagonista nel 2002, Libero de Rienzo si fa notare con quella che sicuramente rimane la sua interpretazione più celebre e apprezzata dal pubblico ancora adesso, a 14 anni di distanza. Il successo raggiunto ha fatto si che ottenesse il suo primo ruolo di protagonista due anni dopo, sempre in un film di Marco Ponti, A+R: Andata e Ritorno. Un film che possiede lo stesso stile anticonvenzionale dell’opera prima di Ponti, questa volta con una struttura più complessa e per questo ancora più apprezzata. Libero de Rienzo è uno di quegli attori che stupiscono per la grande semplicità con la quale recitano, trasmettendo sempre un grande divertimento nelle sue interpretazioni.
Un personaggio da andare a riscoprire, e un cinema italiano, che con passione sperimentava, da rivedere.