Pink Carpet: Venere sì, ma in pelliccia

DALLA VENERE DI ROMAN POLANSKY ALLA PELLICCIA COME MUST DELL’INVERNO: QUEST’ANNO LA DONNA AMA IL PELO

Se pensiamo alla parola venere la prima immagine che ci viene in mente è una donna dalla marmorea bellezza, una bellezza raffinata come la venere che il Botticelli dipinse in una conchiglia, una donna dai lunghi capelli, dai seni nudi e la pelle chiara come perla. A quale donna non piace essere una venere, una portatrice di sensualità e bellezza, una venere di grazia ed eleganza. Ma quest’anno invece che i seni al vento e una conchiglia su cui adagiare i piedi le donne scelgono di coprirsi: Venere si, ma in pelliccia!

Senza dubbio il must di questo inverno è la pelliccia, ecologica e non, colorata o semplicemente nera, dai tagli avvitati o comoda e lunga proprio come quelle di una volta. Non c’è donna che non apra il suo guardaroba a questo passepartout. Addirittura gli uomini si lasciano convincere dal pelo e oltre a non radersi più la barba scelgono come capo d’eccellenza la pelliccia.

venereinpellicciaImpossibile non ricordare La venere in pelliccia di Polanski, il film del 2013 che porta il titolo dell’omonimo romanzo di Leopold von Sacher-Masoch. La venere questa volta è una donna di mezza età, con i capelli spettinati e il trucco calato sotto gli occhi. Basta un copione, qualche battuta perché l’amore diventi carnale, diventi lividi e dolore, sesso ed erotismo. E ci si ritrova lì in due, uno davanti all’altro in un gioco che non si sa controllare o forse non si ha voglia di farlo. Un amore che diventa potere, lotta, dove le parole sono le armi di questa guerra sessista e masochista.

La cornice è quella di un teatro parigino e i personaggi solo due, proprio come in amore. Thomas, regista presuntuoso, sta cercando una candidata che sia la protagonista del lavoro che si prepara a mettere in scena. Dopo vari provini arriva Vanda che al primo impatto è davvero la più sbagliata per il ruolo. Non appena inizia a recitare la donna si trasforma diventando perfetta, incarna quello che Thomas cerca e in pieno veste i panni della protagonista, catapultando il regista in un gioco pericoloso e ossessivo.

Dopo Carnage ( quattro erano gli attori nella pellicola) il cineasta arriva a presentare un lavoro con solo due attori chiusi in luogo volutamente claustrofobico. L’esperimento funziona per l’intero film. La venere in pelliccia è un gioco d’anime che si scoprono in un’ossessiva danza. Non basta più nemmeno una pelliccia per coprire quella sfrontata carica emotiva ed erotica che lega i due. L’attrazione farà il resto, reduce di un amore malato che non sa lasciarsi andare.

Quest’anno la calda ed eclettica pelliccia vince tutte le battaglie di stile. Anche i meno convinti piano piano si lasciano travolgere dall’ultima moda che torna rispolverata e rinvigorita come tutte le mode. Sarà la voglia di fare un salto nel passato, sarà la voglia di sentirsi più primitivi o il semplice bisogno di spiccare tra i tanti piumini noiosi che invadono le strade, eppure di venere in pelliccia ormai se ne vedono tante. Peccato che per essere venere un po’ di pelo non basta, magari bastasse. La venere del Botticelli, senza dire un’eresia, sarebbe tremendamente piena di bellezza marmorea pur avvolta in una calda pelliccia, ma si sa venere si nasce e molte peccano di eleganza, abbondando solo di pavoneggianti “peli” di gallina.

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