Pride: l’orgoglio di saper cambiare idea

LA MAMMA È AL CINEMA E CI CONSIGLIA UN FILM RICCO DI UMANITÀ, REGIA DI MATTHEW WARCHUS

prd_d29_14535_cmyk-1Non sono una pedagoga, psicologa o una scienziata dell’età evolutiva, ma a spanne, essendo una tris-mamma, avendo il primogenito di quasi 10 anni, essendo cresciuta seconda mamma di un fratello molto piu’ piccolo di me, insomma maturando una certa esperienza in fatto di giovani vite e grandi domande, mi arrogo il diritto di dare un consiglio: se avete figli adolescenti correte a vedere Pride. Io comprerò il dvd e appena mio figlio avrà qualche anno in piu’, lo rivedrò con lui.

Pride (regia di Matthew Warchus) è un piccolo film inglese. Molto inglese. Molto bello. Racconta la storia –vera –di un gruppo di gay e lesbiche londinesi che decidono di sostenere la causa dei minatori in sciopero negli anni ’80, contro i tagli della signora Thatcher. Il gruppo nascente LGSM (lesbians and gays support the minors) è formato da giovani e meno giovani, una sola ragazza che si sente in netta minoranza, un ragazzo che nasconde ai suoi genitori la sua vera identità e racconta bugie su bugie per sfuggire al loro controllo, una coppia longeva, una appena nata e un leader animato da piccoli grandi sogni. Motivati ad aiutare i minatori, iniziano a raccogliere fondi per sostenerli, ma inizialmente nessuno accetta il loro aiuto: la paura del diverso arriva fino al rifiuto di una mano tesa.

Poi, per un iniziale qui pro quo, una comunità di minatori gallesi li accoglie. Ed è qui che Pride diventa commedia, dramma sociale e interiore. È nell’incontro, nello scoprirsi, nella conoscenza di qualcosa di apparentemente lontano che si dipanano le dinamiche tra persone, facendone uscire insicurezze, forza, fragilità e coraggio. Il film racconta una svolta sociale, certo: da quell’esperienza, per la prima volta furono dei minatori a sfilare ad un gay pride. Ma racconta soprattutto l’universalità dei sentimenti, quanto è sorprendentemente simile ciò che proviamo, che ci fa gioire e soffrire, lottare, indipendentemente dal fatto di essere giovani o vecchi, con i capelli verdi o pelati, di una certa fede o di un’altra.

Si ride, ci si commuove. Battute esilaranti, vecchiette che ballano scatenate in club per soli uomini, omoni dapprima reticenti che si lanciano in danze ancheggianti. La solidarietà, l’amicizia, la famiglia. E lo spettro dell’Aids che in quegli anni iniziava a mietere vittime e ad alimentare l’omofobia. Pride è tutto questo, ed anche qualcosa in piu’: ad esempio condividere con i nostri figli la consapevolezza che è bello cambiare idea, stupirsi, abbracciare l’altro.

Ps: unica controindicazione per figli adolescenti: nel film si bevono tante birre, quindi usciti dal cinema si corre al pub!

 

 

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Ylenia Politano, giornalista, si occupa da diversi anni di cultura, lifestyle e cinema. Mamma di tre creature e moglie di un attore, tra un asilo, uno scuolabus, una piscina e feste con 20 bambini di età compresa tra 1 e 9 anni, torna al suo primo amore, il cinema. Interviste, recensioni, riflessioni. Grandi maestri e nuovi talenti. Incursioni qua e là. Set, anteprime, backstage. Quando la mamma non c’è…”la mamma è al cinema!”