“I’VE SEEN IT ALL”
Estrema fanciullezza, racchiusa in una minuta donna dagli spessi occhiali che coprono sognanti occhi. Occhi che pieni di vita cercano rifugio nella musicale fantasia, unica via d’uscita dall’oscura realtà che sempre più oscurerà la sua vita. Rendendola cieca.
Selma Jeskova è una giovane Cecoslovacca venuta in America assieme al figlio Gene. Selma è un’operaia, un lavoro alienante che le permette però di mettere da parte i soldi per evitare che quella specie di maledizione, che fin da piccola la perseguita, possa colpire anche chi le sta vicino. Si perché Selma è destinata a diventare cieca e così l’America è il paese da dove può cominciare una nuova vita, ma anche il paese dei Musical, sua più grande passione. Purtroppo vi è un sentimento non corrisposto tra la sua grande passione e le sue effettive capacità. Dimostra infatti, nella realizzazione del musical organizzato dalla comunità, capacità canore e ballerine abbastanza scarse, e così solo nella sua più sfrenata fantasia rivela una splendida voce, lo stesso luogo dove le immense capacità canore, di ritmo e di spettacolo della cantante prestata al cinema si rivelano.
Donna con enorme senso materno contrapposto alla sua fanciullesca dolcezza, Selma trova nei Musical l’unica via d’uscita dalla così dura realtà. Sognatrice ad occhi aperti, amata dai suoi nuovi concittadini, dietro fattezze così dolci e innocue Selma nasconde la forza che solo una madre possiede. Uno stoico atteggiamento che resiste quasi con disincanto alle vicissitudini più tremende, alle azioni più ingiuste, un essere dall’enorme senso di giustizia e amore per il figlio.
Uscito nelle sale di tutto il mondo nell’oramai lontano 2000, viene definito dallo stesso autore un anti-musical. Tristi, drammatiche e infine tragiche sono infatti le tematiche del film. Tematiche che lo allontanano dalla concezione convenzionale di musical, e che solo nei pezzi cantati e ballati tira fuori l’armonia, il disincanto, e la pace che fortemente contrastano lo stato d’animo che pervade il film.
Il film è stato interamente girato con macchina a mano da Lars Von Trier, stile registico rivoluzionario per quel genere di film. Un regia che mutava radicalmente solo nelle scene di musical, con l’utilizzo contemporaneo di più telecamere, fino ad arrivare al notevole numero di 100 occhi cinematografici.
Björk è l’interprete esordiente in questo musical-drama, un’interpretazione perfetta per un ruolo così complicato, una donna dalla particolarissima dolcezza, che con sembianze di bambina trasmette al suo personaggio una verità incredibile.
Oltre alla meravigliosa esecuzione canora dei pezzi introdotti e musicati con rumori degli oggetti dell’ambiente circostante, Bjork con quest’interpretazione dimostra di essere un’artista completa a 360 gradi, vincitrice della Palma d’Oro a Cannes come miglior attrice, stessa Palma che riceverà Von Trier per il medesimo film. Cantante dal successo planetario, essa è complice e parte fondamentale di un capolavoro della cinematografia mondiale. Questo suo esordio è principio e fine di una carriera d’attrice per la cantante islandese, perché come la stessa Bjork ha affermato, “l’immedesimazione con Selma è stata troppo dolorosa. Meglio tornare ai videoclip.” Un’interpretazione iconica e significativa per molti motivi. Questa è difatti – almeno finora – l’unica interpretazione attoriale di questa così importante artista; è un ruolo che fa parte di un’opera d’arte straordinaria del grande genio di Lars Von Trier, ed è senza dubbio di intensa ed eccelsa intensità.
Il rapporto lavorativo non deve essere stato facile, conosciuti difatti sono i continui contrasti tra l’attrice protagonista e il regista. Bjork, donna dal carattere non facile, sembra sia scomparsa dal set per tre giorni e che ogni mattina sputasse addosso a Von Trier affermando che lo disprezzava. Semplici chiacchiere da set ma, leggende a parte, è chiaro che il rapporto tra lei e la troupe non fosse proprio dei migliori. Sembra infatti che lo stesso regista abbia rinunciato ad una piccola parte nel film per evitare ulteriori contrasti con l’attrice.
Ultimo capitolo della “trilogia del cuore d’oro”, di cui fanno parte i precedenti film Le onde del destino e Idioti, Dancer in the Dark è la collaborazione artistica tra due grandi geni, così diversi ma così grandi, così unica e irripetibile che fa indubbiamente di questo ruolo un Ruolo Cult.