Felicity Huffman è Bree Osbourne in Transamerica

GESÙ MI HA FATTO COSÌ PER UNA RAGIONE, PERCHE’ IO SOFFRISSI E RINASCESSI COME HA FATTO LUI!

Sfelicity huffmanabrina Osbourne, ascolta musica classica, ha un modesto lavoro in un ristorante, tiene al suo portamento, alla sua immagine, alla forma, è educata, colta, gentile. Si fa chiamare Bree adesso, ma  questo non è  il suo unico soprannome, si perchè una volta era semplicemente conosciuto come Stanley, Stanley Osbourne. Bree sono anni che vive la condizione di transgender, fa una cura ormonale, ha una relazione molto stretta con la sua psicologa, alla quale confida ogni cosa, ed è in attesa dell’operazione che potrà finalmente cambiare la sua vita e renderla finalmente una donna a tutti gli effetti.
Una telefonata dal carcere minorile però sconvolge i suoi piani tanto agognati. Il suo unico figlio, minorenne, nato dalla sua unica relazione etero ai tempi in cui era un ragazzo, è appena uscito dal carcere. Venire a conoscenza della sua paternità la rimetterà di fronte al suo passato, a quello che era e che adesso con tutta la forza rinnega. Una telefonata che cambierà la sua vita, più di quanto un’operazione possa fare.

Orecchie a sventola, un trucco malmesso, un buffo portamento, un dolcevita che copra il pomo d’adamo orribilmente maschile, occhiali da sole, cappello avvolgente, un tailleur rosa goffamente riempito, Felicity Huffman scompare letteralmente dietro questo personaggio difficilissimo da interpretare. Spesso accade che sia un vero e proprio transessuale ad interpretare questo genere di personaggi, ma l’attrice americana riesce ad essere non solo credibile, ma decisamente vera. Dietro un aspetto non molto attraente, il suo personaggio conquista con il suo modo buffo e impacciato oltre che alla sua grande bontà, alla gentilezza e al forte dramma interiore che con coraggio affronta. Il lavoro dell’attrice non è stato solo fisico, dopo uno studio accurato sulla vita dei transessuali –  tramite  libri, documentari e la partecipazione ad alcune “transgender conventions” –  l’attrice ha modificato fortemente la sua voce in un complesso lavoro che riuscisse a trasmettere una voce naturalmente maschile alla ricerca di un’artificiosa femminilità. Un ruolo complicato di trasformazione, il ruolo di un uomo nel delicato passaggio all’altro sesso.

Transamerica è un film intelligente, buffo, vero e soprattutto non è ciò che sembra, ovvero un semplice film sulla transessualità. L’opera diretta da Duncan Tucker è una commedia che parla del cambiamento, della lotta personale che tutti portano avanti nella loro vita. La volontà, il desiderio di essere riconosciuti dalla comunità e dalla famiglia come chi ci sentiamo veramente. Un viaggio verso l’autorealizzazione, che tocca tutti. Un messaggio dunque universale che non vuole proporre al pubblico una storia sull’universo transgender, ma che vuole raccontare il rapporto tra due individui in lotta con se stessi. Un viaggio fisico attraverso l’America, un viaggio ideale attraverso la vita.

Felicity Huffmann ottiene una nomination agli Academy e un Golden Globe per una interpretazione molto più complessa di quello che sembra. Perfetta riesce in un ruolo che nel cinema nostrano è stato portato in scena nello stesso anno dalla bravissima Maria Pia Calzone – La Imma Savastano di Gomorra – che nel bel Mater Natura interpreta un Trans partenopeo in preda all’amore.

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