PREVISIONI E TIFO SFRENATO: LA MAMMA È AL CINEMA
La notte degli Oscar si avvicina, e per chi ama il cinema è un appuntamento imperdibile. Non si sa perché, ma ti viene voglia di indossare lo smoking, un abito da sera, tenere in mano un calice di vino pregiato, e disquisire con gli amici, fissati come te, di personaggi, inquadrature, fotografia, musica. Il tutto con un po’ di sano gossip sui divi di Hollywood, e citando i grandi maestri del cinema, specie quelli “che così non ne ce ne sono piu’”.
Eppure quest’anno sono in nomination grandissimi film, tanto che è difficile sia fare pronostici, scommesse o semplicemente dire “per me, senza dubbio, deve vincere x”. Quindi stilerò la mia personalissima “notte degli Oscar”, senza tener troppo conto di botteghino, star, Academy e trend del momento. Ed è Birdman che vorrei facesse incetta di Oscar, almeno come miglior regia, miglior attore non protagonista (Edward Norton) e migliore sceneggiatura originale. Alejandro Inarritu è uno di quei registi che “menomale ce ne sono ancora” . Da Amores Perros in poi non ha sbagliato un colpo. Anche i suoi corti sono delle chicche. A tal proposito consiglio Anna (2007).
Premierei quindi miglior film Boyhood, perché Linklater , già con i precedenti film, riesce a tenerti attaccato ai personaggi anche se chiacchierano per tutto il film. E’ uno di quei registi che ti fa dire: “ma come? Ma perché nessuno ci ha pensato prima a girare un film così? “ ed è probabilmente anche l’unico in grado di farlo in questo modo: vero, coinvolgente, emotivamente incalzante. Non può non prendere un premio. E il grande vecchio? Clint. Ho amato America Sniper. A dispetto di tutte le critiche di guerrafondaio che spesso accompagnano il regista, credo sia stato un film profondamente “contrario” alla guerra: il suo occhio ha indugiato sul dolore intimo di chi si trova in quelle situazioni estreme, senza giudicare le situazioni appunto, reali, ma piuttosto facendoci entrare nel cuore di chi le vive, che non sarà mai piu’ “quello di prima”.
Quindi omaggerei Eastwood attraverso il premio a Bradley Cooper miglio attore protagonista. Perché questo attore è esageratamente grande: sa rendere i suoi personaggi veri, ridicoli, sexy, un po’ stupidi, matti, forti, ma mai, mai e mai, banali. Certo non premiare Michael Keaton è un po’ una cattiveria: ha accettato un ruolo in cui mette a nudo non solo le debolezze di una ex star, ma ha girato in mutande a Time Square, si è tolto piu’ volte un parrucchino ed ha lasciato la macchina da presa indugiare sulle sue rughe. Andrebbe premiato solo per la battuta: “sembro un tacchino con la leucemia” . Ma il premio è uno, e bisogna pur scegliere.
Passiamo alle donne: per migliore attrice sono molto indecisa. Marion Cottilard (Due giorni una notte) o Julienne Moore (Still Alice)? Lascio all’Acedemy l’ardua sentenza. Per miglior attrice non protagonista non ho dubbi: la meravigliosa Patricia Arquette in Boyhood. Raramente ho visto un’interpretazione così, anche considerando i 12 anni intercorsi durante la realizzazione del film. Certo lo meriterebbe anche Emma Stone per Birdman, ma la ragazza è giovane e avrà altre occasioni per guadagnarlo.
Mi sono resa conto che ho lasciato fuori un capolavoro: The Grand Budapest Hotel. Che dilemma. Non può che consolarsi con migliore scenografia, migliori costumi e migliore fotografia. Vorrei esistesse un premio speciale per Wes Anderson, uno dei pochi in grado di mettere insieme realtà e fantasia in un gioco che ti porta nella dimensione del sogno. Per il montaggio premierei Whiplash. Si esce dal film con il ritmo addosso, e non solo per la musica, ma proprio per come è stato montato.
Sul sonoro non si può competere: Interstellar vince su tutti. Concludo con il miglio film di animazione, scelto dalle mie tre allegre canaglie: Big Hero 6. So che lascio “scoperti” alcuni premi, ma per quelli ci pensa l’Academy senza il mio prezioso contributo. Io intanto scelgo il vestito e il vino per il 22 sera, siete tutti invitati!