LE PRODUZIONI VOLTANO LE SPALLE AL PUBBLICO: FUTURO IMPIETOSO
Ogni giorno valanghe di post cercano l’analisi perfetta del mercato del film, quell’onda anomala che travolge incassi e previsioni di ogni sorta, senza avere il minimo monito su quello che accade veramente, stando a proiezioni di marketing e a sensazioni “elettorali”. Dieci anni fa scrissi un saggio su quello che era il reale valore di mercato, allora ignorato, tutt’oggi poco ascoltato, è passata una decade e nonostante gli sforzi di uscirne, siamo ancora più bloccati nel fango delle poche idee.
Il giudizio del pubblico, di quello vero, non il teenager di turno, ma di chi va al cinema e ama un prodotto d’intrattenimento con la A maiuscola. Leggasi gusto personale, spesso sottovalutato ai danni di un mercato che langue e che, a questo punto, è ormai compromesso. Siamo nel 2015 e, nonostante l’Oscar per Paolo Sorrentino, non esiste un produttore in grado di rischiare su generi diversi e proposte innovative.
Il duopolio commediassa-drammone d’autore hanno completamente svuotato il senso critico di un Industria ridotta ai minimi termini. Inutile girarci intorno: questa è la verità. Sceneggiatori avvizziti, soldi ridotti al lumicino, fiction di infima qualità che imperversano in tv, investitori stranieri dati per dispersi come forze dell’ordine nella giungla colombiana. Non esiste più nessuno, non si sceglie più, a livello tricolore ci si “becca” ciò di cui siamo capaci di fare. Molto poco.
Altri generi sono schifati, “quarantenati” nei cassetti della politica produttiva, horror, thriller, film di guerra, fantasy, praticamente tutti ignorati salvo qualche appello nel vuoto di piccole società di produzione che senza un sostegno importante abbandonano quasi subito i loro progetti. Salvo vedere come il pubblico accorra in sala per vedere opere straniere di genere, che rendeno gli esercenti più ricchi, mentre loro rimangono poveri dentro e fuori. Come sradicare questo pensiero?
Dopo dieci anni sono ancora qui a commentarlo tristemente con voi, ci ho pensato e ripensato e ho trovato la risposta che non volevo vedere: non c’è via di uscita. Chi ha i soldi continuerà a fare i soldi, gli altri pensino a trovare una carriera differente. Quei casi rari di successo sono destinati ad essere l’eccezione, chi ce l’ha fatta in un oceano che ribolle di tentativi andati a vuoto. Meglio cambiare mestiere, dunque, magari dedicarsi alle web series. Bisogna abbracciare la sconfitta, ammettere che l’Italia del cinema non è un paese per tutti. A meno che…
Opera prima
INDEX ZERO di Lorenzo Sportiello, Italia, 2014, 82’
Cast: Simon Merrells, Ana Ularu, Antonia Liskova, Velislav Pavlov