DAL LIBRO DI MARGARET MAZZANTINI AL FILM DI SERGIO CASTELLITTO
Nelle librerie è arrivato esattamente 4 anni fa, precisamente l’8 marzo 2011 Nessuno si salva da solo romanzo di finzione dell’amatissima Margaret Mazzantini il cui plot è diventato la base del nuovo lungometraggio di Sergio Castellitto (nella sale dalla prossima settimana) che per la terza volta, dopo Non ti muovere e Venuto al mondo, ha omaggiato la scrittura della sua dolce metà trasponendo sul grande schermo, ancora una volta, le parole della talentuosa moglie.
Dei romanzi di Margaret Mazzantini Nessuno si salva da solo è forse stato quello più semplice da sceneggiare in quanto la storia che narra è descritta attraverso un lungo dialogo tra un lui e una lei un tempo felici e sposati e ora l’uno contro l’altra, come se fossero sul ring dei cattivi sentimenti, alle prese con le decisioni sul futuro dei figli che si mescolano alle accuse e alle scuse per ciò che non è stato e che doveva essere.
Delia e Gaetano (che sul grande schermo avranno il volto di Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio) sono due giovani adulti tra i trenta e i quarant’anni, reduci da una forte passione che ha dato vita una famiglia composta da loro e da due figli, Cosmo e Nico. L’amore, però, è finito e i due si sono separati; Delia vive nella casa che aveva messo su con il marito insieme ai bambini e Gaetano è costretto a vivere in un residence.
L’intero romanzo gira intorno all’incapacità di capire quale sia stato l’errore che ha messo fine a un così intenso rapporto. La Mazzantini è sicuramente una delle scrittrici più in voga degli ultimi anni, la sua narrazione è educata, emozionante, avvolgente colpisce al centro dei buoni sentimenti che, però, restano i più semplici da descrivere. Nessuno si salva da solo è un romanzo furbo forse pensato per il cinema fin dalla sua stesura. La Mazzantini nei perpetui flashback dei suoi personaggi ha scritto una storia riconoscibile che sfrutta il luogo comune a molti della separazione per trovare terreno fertile nell’immedesimazione dei lettori e anche Castellitto nel suo lungometraggio punta all’effetto “specchio riflesso” aggiungendo però nel finale un ingrediente inedito rispetto al libro: la speranza.