GROUNDHOG DAY: RICOMINCIARE DA CAPO CON L’IRONIA DI BILL MURRAY
La quotidianità a volte uccide. Non letteralmente è chiaro, ma accade che tutte quelle cose ripetitive che ogni giorno facciamo, che ci rendono partecipi della società e del suo sano contribuire a volte stufano, spesso annoiano, e in fondo in fondo uccidono quell’entusiasmo che abbiamo nel far le cose. A volte la quotidianità per qualcuno è sicurezza, stabilità, tranquillità, per altri invece è costrizione, soffocamento, ripetitività. Insomma la quotidianità ha un rapporto soggettivo e complicato con l’essere umano.
Spesso ci sentiamo come se vivessimo per molto tempo, per molti giorni lo stesso giorno, lo stesso tempo. Ma se effettivamente ciò accadesse? Se effettivamente oggi fosse sempre il nostro compleanno? Il giorno di natale? Lo stesso giorno della stessa laurea? Insomma, come ci sentiremmo vivendo lo stesso giorno tutti i giorni ? Beh Phil Connors (Bill Murray) è colui che certamente saprà dare la risposta a questa domanda.
Meteorologo di una un’emittente televisiva nazionale, ogni 2 febbraio si reca nella cittadina di Puxsuntawney, in Pennsylvania, per fare il suo ritratto poetico ma con annoiato e ripetitivo stile giornalistico de Il Giorno della Marmotta, ovvero il GroundHog Day. Ad accompagnarlo nella sua solita impresa annuale, oltre al suo cameraman Larry, questa volta è la produttrice Rita (Andie MacDowell), una donna dall’inconfondibile candore e genuinità. Phil non vive con troppo entusiasmo l’esperienza.
In una cittadina dove nulla sembra accadere, se non la celebrazione di un marmotta, e dove a regnare vi è una semplicità degli abitanti un po’ troppo noiosa per i suoi gusti, Phil spera di fuggire il giorno stesso appena concluso il servizio. Qualcosa però non va, una tempesta di neve lo blocca e il ritorno è rimandato al giorno successivo. Cosa accade però se il giorno successivo non arriva mai? Bill si ritrova infatti a svegliarsi tutte le mattine alle ore 06:00 dello stesso 2 febbraio.
Dopo un’iniziale reazione isterica, e un egoistico divertirsi come se non ci fosse un domani (in effetti come dargli torto !), il cinico Phil cerca solo di trarre vantaggi da quest’assurda situazione, fino a che l’attraente Rita non gli farà aprire gli occhi e così, forse, si renderà conto di tutto ciò che ha sempre ignorato e mai ha avuto il tempo di apprezzare. Chi lo sa se il superficiale meteorologo riuscirà mai a pronunciare le tanto attese parole: “Oggi è domani!”.
Harold Ramis è l’autore di quest’intramontabile commedia. Spentosi appena un anno fa e ricordato da molti per il suo ruolo di Dottor Sprengler, in Ghostbusters, la serie da lui stesso creata, questo talentuoso attore è stato soprattutto padre di una comicità del tutto nuova per la cinematografia americana. Una comicità demenziale che avrebbe preso poi il sopravvento negli anni 90 fino ai giorni nostri. Le origini di questo nuovo modo di far ridere nasce nei piccoli studi di una sperimentale e molto apprezzata rete televisiva, la Second City.
In questo luogo dove la comicità era improvvisata, si sono conosciuti i più grandi padri fondatori di questa nuovo modo di far ridere: Harold Ramis, John Belushi, Bill Murray e Dan Aykroyd, giusto per citarne alcuni. E’ a questi fortunati incontri che si deve l’intramontabile commedia festaiola per eccellenza come il National Lampoon’s – Animal House (il primo della fortunata serie di film targati National Lampoon’s). Questi nuovi comici sulla cresta dell’onda negli anni ’80, si sono poi separati dando vita a veri e proprio ritratti di una comicità generazionale, ccome il trio Belushi-Aykroyd-Landis di Blues Brothers, solo per citarne uno.
Harold Ramis scriverà e dirigerà alcuni tra i più grandi successi comici di quegli anni, come Stripes – Un plotone di svitati, il già citato GhostBusters, Meatballs – Polpette e Chaddyshack- Palla da Golf. Ramis ha inoltre il merito di essersi distinto per aver cambiato rotta ed essersi riuscito allontanare da quel tipo di commedia esageratamente sfacciata e demenziale con commedie più delicate, ma ugualmente spassose, come Terapia e pallottole e Mi sdoppio in quattro. Il film sotto la nostra lente d’ingrandimento, di questo padre della comicità americana, è il suo primo lungometraggio velato di una vena ironica ma mai sfacciata e comunque delicata, con protagonista Bill Murray, uno dei suoi più grandi amici e colleghi, qui al loro ennesimo successo insieme.
Uscita nel 1993, Groundhog Day è una commedia surreale che parla delle piccole realtà e del cinismo delle grandi metropoli, il tutto velato di un leggero sentimentalismo, forte ironia e sano umorismo, senza privarsi sul finale di una morale appena accennata ma comunque efficace.