Autómata​: recensione film

AUTOMATA​: IL THRILLER FANTASCIENTIFICO CHE LASCIA INDIFFERENTI

AutomataDURATA: 109’

GENERE: Thriller Fantascientifico

USCITA IN SALA: 26 Febbraio 2015

VOTO: 2,5 su 5

Anno 2044. L’umanità si appresta a vivere il periodo più oscuro della sua lunga quanto breve esistenza sulla terra. Tempeste solari hanno reso il suolo terrestre un deserto radioattivo, riducendo drasticamente la popolazione. Per ottemperare alla drammatica situazione, la Roc Robotic Corporation crea l’Automata Pilgrim 7000. Forme robotiche che possano creare barriere architettoniche per proteggere gli umani dalle zone radioattive. La missione però non ottiene i successi sperati e gli Autómata​ sono così impiegati nella quotidiana vita di tutti i giorni.

Autómata​ risponde e presta fedeltà a due protocolli che proteggono la popolazione umana: Non arrecare danno ad alcuna forma di vita; e non modificare se stessi o altri Robot.

Ma cosa accade quando uno di questi due protocolli viene violato? Quando anche una forma artificiale di “vita” si evolve indipendentemente dal suo creatore umano? A subirne le conseguenze è l’agente assicurativo della stessa azienda di robotica, Jacq Vaucan, interpretato da Antonio Banderas. Il protagonista che si ritroverà a dover fronteggiare i comportamenti irrazionali e inediti di questi innocui robot, e a rimanerne irrimediabilmente coinvolto.

Autómata​ è da considerarsi una goccia nel mare cinematografico. Un thriller fantascientifico che poco sembra donare di nuovo al suo genere. Gabe Ibáñez è il regista spagnolo che scrive e dirige questo sci-fi dalla storia banale. Per quanto l’impatto visivo sia interessante e gradevole, per lo meno nelle scene “desertiche” dove i colori freddi della fotografia rimangono la parte più attraente del film, la novella futurista del regista spagnolo non racconta nulla di nuovo. Non dà vita ai suoi personaggi che per quanto cerchino la caratterizzazione, come il violento poliziotto Wallace interpretato da Dylan McDermott, rimangono in disparte e poco coinvolgono lo spettatore, in linea con l’insipida atmosfera del film. Di matrice spagnola e statunitense Automata ha sicuramente il pregio di non essere ricoperto del velo patinato hollywoodiano, notando quanto la mano artistica di contaminazione straniera possieda il potere di vestire di colori diversi una storia più volte raccontata, senza (ahimè !) aggiungere nulla. La tematica dell’intelligenza artificiale trova nel mondo cinematografico altri e più coinvolgenti contributi, come I.A. Intelligenza Artificiale e Io, Robot.

E’ evidente quanto vi sia il tentativo di conferire alla storia un’impronta poetica, che non sembra però cambiare di molto il risultato finale. Il film è difatti molto scontato con un’interessante riflessione sull’evoluzione umana appena accennata ma che risulta comunque priva di originalità. Autómata​ è un film che poco diletta e poco coinvolge, rimanendo gradevole in maniera sommessa e abbandonando lo spettatore al suo destino privandolo di uno sperato colpo di scena.

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