Jim Carrey è Andy Kaufman in Man on the Moon

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In una stanza, voltato verso il muro, immagina, crea e si esibisce un bambino dalla fervida immaginazione. Un’immaginazione che lo teneva chiuso dentro casa, che lo portava a vivere in un mondo televisivo inventato. Un’immaginazione che lo ha portato a non essere compreso e a ricevere rimproveri dai suoi genitori. La stessa imamginazione che lo porterà ad avere un enorme successo su ogni palcoscenico televisivo.

JIMCARREYFermo davanti al pubblico con i pantaloni ridicolmente a vita alta, dolcevita blu, giacca azzurra, capelli impomatati,  in silenzio con aria imbarazzata, un piccolo uomo dall’accento buffo vuole fare la sua esibizione. Vorrebbe imitare, far ridere ma è fin troppo timido per esprimersi degnamente. Così esordisce, racconta barzellette in modo imbarazzante, imita e lo fa talmente male da far quasi ridere. Però adesso è il momento del suo pezzo forte è il momento di imitare Elvis Presley. Il pubblico è in visibilio, la perfezione vocale è incredibile, i movimenti e la sicurezza che mostra questo timidone sul palco fanno innamorare il pubblico. Ed ecco che il trucco è svelato, il pubblico è incuriosito e Andy Kaufman nel suo timido alter ego fa intenerire e impazzire il pubblico. Lo stesso pubblico che si offende e si arrabbia per le offese che questo showman nei panni del cantante ubriacone di Las Vegas, Tony Clifton, gli tira addosso.

Il Silenzio. Il silenzio era il suo strumento prediletto. In questo Andy Kaufman ha trovato il suo più grande ed originale modo di far ridere il pubblico. L’ha trovato in un gioco delle parti continuo, basato sull’imbarazzo, il menefreghismo nei confronti dello spettatore, un gioco fittizio che oltrepassava i limiti. Una ricerca continua che non contemplasse il raccontare barzellette e semplici imitazioni, ma che anzi parodiasse la banale e logica comicità.

Anche perché Andy non ha mai voluto essere considerato un comico. Lui ha sempre voluto essere considerato un ballerino e cantante, uno showman. Una filosofia di vita artistica basata sull’anti-comedy per far emozionare, divertire, arrabbiare, scandalizzare il pubblico. Il pubblico che tanto fingeva di disprezzare, odiare, sputare e irretire, era la sua fonte d’ispirazione, la sua gioia e il suo divertimento. Per questo si donava completamente, sacrificava la sua persona, imbarazzava e umiliava se stesso in un perenne scherzo e gioco fittizio. Un gioco e uno scherzo che il suo pubblico ha spesso sperato di trovare anche nella notizia della sua malattia e della sua morte qualche anno dopo.

Ed è Jim Carrey a dare anima corpo e voce a questo uomo di un altro mondo, un uomo sulla luna, Man on the Moon. La bravura di questo attore, diretta da Miloš Forman, è semplicemente incredibile e al limite della perfezione in un’interpretazione che lo consacra come attore drammatico oltre che comico. L’interpretazione di quest’uomo dalla parvenza comica ma dall’animo drammatico riesce a trasmettere un’enorme verità. Da sempre Jim Carrey è stato un grande estimatore e fan di Andy Kaufman, questi due attori e artisti così diversi ma così simili tra loro, nati lo stesso giorno, quasi si sovrappongono nell’opera di Miloš Forman. In Man on The Moon la rappresentazione delle scenografie televisive, che sono state teatro e scena della vita artistica di Kaufman, sono perfettamente identiche alle originali.

Gli attori e i personaggi che l’hanno conosciuto e hanno avuto la fortuna/sfortuna di collaborare con lui interpretano loro stessi. Una creazione identica della realtà che vede grande complice la bravura di Jim Carrey. L’attore ha voluto fortemente questa parte e ha dovuto guadagnarsela dimostrando il suo amore viscerale per questo artista nei suoi stessi provini. L’indimenticabile protagonista di The Mask non è stato infatti la prima scelta del regista e della produzione, al suo posto erano stati presi in considerazione Nicolas Cage, John Cusack e Edward Norton, con una particolare preferenza per quest’ultimo da parte del regista. Ma la passione e la ricercata fedeltà interpretativa è misurabile e palese già nelle audizioni che Jim Carrey ha ripreso e inviato alla produzione, presenti anche in rete a pubblica riprova del suo grande talento.

Tutto ciò che il film racconta, soffermandosi sulla sua presenza in televisione alternata al suo dietro le quinte e alla sua vita privata, fanno emergere l’animo sensibile e il grande amore che Andy Kaufman provava per il suo pubblico. Il ritratto che Man on The Moon trasmette è quello di un artista sensibile, particolare, che ha lottato duramente contro un tipo di banale comicità, per scovare e suscitare qualcosa di più profondo e meno banale di una semplice risata.

Per quest’interpretazione Jim Carrey ottenne solamente un Golden Globe, ma ciò che ha creato questo grande attore è senza ombra di dubbio di una bravura sconcertante e una tra la sue più riuscite interpretazioni.

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