JOAQUIN PHOENIX E’ L’INTERPRETE DI UN FREAK DALLE PERVERSE OSSESSIONI
Denti serrati, spalle curve, curvissime, guardano il mare mentre la sua attenzione è tutta diretta al movimento solitario e meccanico all’altezza del basso ventre che gli farà raggiungere il piacere e che mai l’ha deluso. Una concentrazione che non viene distratta dai passanti. La stessa concentrazione che porta Freddy a dedicarsi alla fantasiosa quanto laboriosa creazione di ritrovati superalcolici.
Dovunque egli si trovi, creare con qualsiasi mezzo una sostanza alcolica incredibilmente forte è oramai una delle sue più grandi qualità e sentire sul suo corpo l’incredibile e forte effetto è oramai una delle sensazioni più ricercate.
Due ossessioni che rimangono le uniche cose che Freddy Quell possiede al ritorno a casa dopo aver combattuto a fianco della Marina durante la seconda Guerra Mondiale. Solo, cerca di reinserirsi nella società, lavorando come fotografo in un centro commerciale, ma neanche il lavoro di fotografo lo aiuta. Per via del suo temperamento così scattoso e impulsivo, la sua rabbia cede velocemente ai suoi impulsi e si scatena. Reduce da un conflitto che l’ha traumatizzato, la sua vita è adesso senza una direzione, viziata dal sesso e dall’alcool. A nulla è servito il sostegno di psicologi e psichiatri pagati dal governo per farlo tornare ad una sana e normale vita.
Dallo strano portamento e dall’esile fisicità ricurva, passa all’euforia e al divertimento in un attimo con un fare fanciullesco ma demente, come è il suo sguardo addormentato, inebriato dai fiumi d’alcool che la sua mente e il suo stomaco hanno sopportato. Sul suo volto come un perenne ghigno la sua bocca appare divisa a metà, un volto perennemente contrito e mai rilassato o mai naturale, almeno in apparenza. Con la stessa facilità con la quale perde la pazienza, perde se stesso nel suo errare senza meta.
La festosità di una nave ormeggiata attira la sua attenzione. E’ la nave del Maestro, The Master, Lancaster Dodd, (Philip Seymour Hoffman) un dottore e filosofo, carismatico capo spirituale del movimento chiamato la “causa”. In questa comunità si sente per la prima volta accettato da tutti, nonostante le sue perversioni, il suo temperamento e il suo stupido quanto basso umorismo. Rimanendo affascinato dal Maestro e dalla causa decide di rimanere con questa comunità diventandone parte integrante.
Una fiducia totale anche quando è messa a dura prova dalla pressione dalle domande tirate fuori nel gioco del Maestro, un gioco che non permette il battito di ciglia, pena: si ricomincia dalla prima domanda. Freddy si schiaffeggia, si rimprovera resiste e con grande temperamento si affida al gioco assurdo del comandante di questa nave e guida di questa comunità. Lancaster Dodd appare per Freddy come una figura paterna, una figura che lo comprende e lo può salvare da ciò per il quale sembra destinato: L’oblio di una vita abbandonata a se stessa.
Joaquin Phoenix ottiene una nomination agli Oscar e una ai Golden Globe per quest’interpretazione, e la Coppa Volpi al Festival di Venezia assieme al suo compianto comprimario Philip Seymour Hoffman, il quale interpreta la controversa figura del Maestro, ispirata al creatore di Scientology.
Joaquin Phoenix dà prova di essere un interprete unico che supera se stesso in The Master, grande esercizio di stile del regista Paul Thomas Anderson. L’eccellenza di quest’interpretazione permea il suo personaggio nel corpo smagrito, nell’innaturalissima postura, nella parlata arrancata e poco articolata, negli occhi pieni di delusione e depressione, rabbia e perversione, demenza e ovattamento. Attore fuori dalle righe Joaquin Phoenix è conosciuto per il suo insolito comportamento agli eventi mondani, come la stessa serata agli Oscar dove senza alcun entusiasmo accettò la nomination o come quando con barba lunga e capelli incolti e occhiali da sole si presentò al David Letterman Show, schivo e depresso perchè in quell’esatto momento stava girando il falso documentario sulla sua vita: JoaquinPhoenix – Io sono qui. Grazie anche all’enorme bravura del suo compagno di set, Philip Seymour Hoffman, con il quale tiene un grande e faticoso gioco di ruoli, l’attore statunitense regala una sublime interpretazione ancor troppo poco celebrata. Un imperdibile Ruolo Cult.