FERMOIMMAGINE RACCONTA L’AUTORE DI SUMMER WARS E WOLF CHILDREN
Mamoru Hosoda sarebbe dovuto diventare un pittore: durante l’adolescenza frequenta infatti il Kanazawa College Art, specializzandosi nelle tecniche di pittura ad olio. Una volta terminati gli studi però, entra a far parte dello studio Toei Animation, dedito a trasporre i più famosi manga in serie televisive sin dagli anni Cinquanta. Lavorando per il Toei, Hosoda tra il 1999 e il 2000 dirige i suoi primi due lungometraggi, ispirati alla saga dei Digimon.
L’anno successivo collabora per un breve periodo con lo Studio Ghibli. Assunto come regista per Il castello errante di Howl, purtroppo alla fine Hosoda abbandona il progetto perchè non riesce a trovare un accordo con i produttori, che preferiscono affidarsi a Hayao Miyazaki. Nel 2005 inizia a lavorare con la casa produttrice Madhouse, per la quale realizza il sesto film tratto dal celebre manga One Piece e, nel 2006, la pellicola che lo porta ad ottenere fama mondiale: La ragazza che saltava nel tempo.
Il titolo svela già la trama, incentrata sulla studentessa Makoto. Quando per uno strano incidente scopre di poter modificare il corso degli eventi, la giovane protagonista decide di approfittarne senza remore, scoprendo però a sue spese che anche la più piccola alterazione può avere conseguenze inimmaginabili.
Il film ottiene un grandissimo successo di critica e pubblico, permettendo a Hosoda di iniziare subito a lavorare sul suo progetto successivo. Dopo tre anni di lavorazione, nel 2009 arriva così nelle sale cinematografiche Summer Wars. Ambientato tra il Giappone moderno e il fantastico mondo digitale di Oz, il film racconta le disavventure di Kenji, assunto con l’inganno dalla sempai Natsuki per un insolito lavoretto estivo: fingersi il suo fidanzato davanti alla numerosissima famiglia, riunitasi per festeggiare il novantesimo compleanno della nonna di Natsuki.
Summer Wars non replica gli straordinari incassi de La ragazza che saltava nel tempo, ma risulta il primo film di animazione giapponese ad essere ammesso in gara al Locarno Film Festival, dove riceve critiche entusiaste. In seguito a questo secondo successo, nel 2011 Mamoru Hosoda abbandona la Madhouse e fonda la sua casa di animazione, lo Studio Chizu. Qui, in totale libertà, realizza il suo ultimo lungometraggio,Wolf Children.
Hana, una studentessa universitaria, si innamora di un misterioso compagno di classe. Tra i due nasce presto un rapporto forte e sincero, tanto che lui si spinge a rivelarle il suo segreto. Ultimo discendente della stirpe dei lupi giapponesi, è un licantropo, capace di assumere le sembianze di lupo quando lo desidera. La rivelazione non cambia i sentimenti di Hana e la coppia si trasforma dopo poco in una famiglia: durante l’inverno nasce Yuki (“neve”) e la primavera seguente il fratellino Ame (“pioggia”). Purtroppo un tragico incidente obbliga Hana a raccogliere tutto il suo coraggio e la sua determinazione e a crescere i bambini-lupacchiotti da sola.
La vera forza dei film di Hosoda risiede nel contrasto tra l’animazione dei personaggi, espressivi e vivi, e quella degli sfondi su cui si muovono, curati sino a sembrare dipinti. Le tre pellicole non sono però solo un crescendo di panorami spettacolari per colori, luci e ombre, ma anche una trilogia di storie sempre più profonde e poetiche per temi e riflessioni.