Parenti Serpenti: il cult di Monicelli

PASSARE DEL TEMPO IN FAMIGLIA NON SI RIVELA SEMPRE PIACEVOLE

monicelli-022Ritornare a casa fa sempre un bell’effetto. Ritornare tra le mura che ci hanno visto crescere, nascere, emozionarci, piangere. Ritrovarci con i nostri fratelli, con la zia che non vedevamo da tempo, abbracciare nostra madre, baciare nostro padre, divertirsi e scherzare con quella confidenza rilassata che solo con quei tuoi fratelli puoi riscoprire. Giocare anche con i loro figli, con i tuoi nipoti e vedere come crescono e come si divertono.

Ecco questo è quello che dovrebbe essere in teoria il passare le vacanze in famiglia. Questo è invece tutto quello che non è il natale in casa Colapietro. E quest’anno a passare le vacanze da nonno Saverio e nonna Trieste in quel di Sulmona ci sono proprio tutti. La figlia Lina, dalla salute intestinale cagionevole, moglie del geometra tesserato DC Michele e il loro piccolo Mauro. L’altra figlia Milena e suo marito Filippo, che non sono mai riusciti ad avere figli. Il tontolone e succube Alessandro, sposato con la superficiale e falsa Gina, assieme alla figlia adolescente Monica, presa dalla cioccolata quanto da velleità di ballerina in tv. E infine il buono e sensibile Alfredo, scapolo poco preso dal calcio lui, insegnante in una scuola femminile.

E così i ricordi escono fuori, anche quelli imbarazzanti ma caldi. I pettegolezzi vengono pronunciati con famelica voglia di stupire, l’ipocrisia viene servita a cena assieme alle frecciatine e occhiate piene di nascosto giudizio, i padri tornano figli, i figli attenti osservatori dei loro padri non giudicano quella che appare come una recita di falsi complimenti giustificata dall’apparente unione familiare.

Tradimenti, sotterfugi, rinfacci confessioni sveleranno l’ipocrisia che permea questo apparentemente solido nucleo familiare quando i nonni, oramai stanchi di vivere da soli, faranno la loro richiesta ai figli: Andare a vivere con uno di loro, non importa con chi, a loro la scelta. Il discorso adesso dovrà essere franco, fin troppo forse. La falsa solidarietà di tutti verrà eliminata e nessuno vorrà prendersi l’importante compito. Così una vera e propria guerra familiare avrà inizio. Una guerra senza esclusione di colpi, che si risolverà in un tragico esito.

monicelliMario Monicelli è grande maestro e autore del cinico ritratto di uno degli aspetti più sacri dell’immaginario italiano, soprattutto in quegli anni: La famiglia. Parenti Serpenti mostra senza filtri l’ipocrisia dell’uomo, di come tutto spesso venga eseguito come un rito privo di significato e pieno di formalità.

Interpreti e colori di questo capolavoro della cinematografia italiana, realizzato nel ’92, sono alcuni tra i più bravi attori di quegli anni. Tra gli altri la compianta Monica Scattini, il bravissimo Alessandro Haber e la pluripremiata Marina Confalone. Irriverente e semplice la comicità senza tempo di Paolo Panelli accanto alla bravura di Pia Velsi, che formano la splendida coppia di nonni che sullo sfondo regna con suoi brevi ma fondamentali interventi.

Ciò che più appassiona di questo film da riscoprire è la sua realtà che lo rende vivo e attuale ancora oggi. In questa verità si trova la sua forza più disarmante, perché permette allo spettatore l’immedesimazione, il ritrovamento delle figure a lui vicine e familiari e  dei difetti del tanto amato e temuto parentato.

Nato da un soggetto di Carmine Amoroso, sceneggiato poi anche da Suso Cecchi D’Amico, Piero De Bernardi e dallo stesso Mario Monicelli, Parenti Serpenti  agisce da vero e proprio purificatore delle scorie di odio parentale, di tutte quelle cose non dette, di tutte quei segreti sospetti e quelle verità sospettate. E’ un inno dissacratore alla famiglia che con la sua drammatica comicità ne mostra un lato non falsato ricoperto solo dell’ipocrisia poi svelata. Un grande successo italiano da vedere proprio con tutta la famiglia.

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