Alfred Hitchcock e i suoi camei

IL GENIO DEL BRIVIDO E LA SUA ABITUDINE DI ENTRARE IN SCENA

HitchcockUno dei più grandi registi di tutti i tempi, il maestro della suspense: Alfred Hitchcock ha fatto innamorare generazioni intere del cinema noir, con quel tocco che solo lui sapeva dare a un film. Grande artista dalla lunghissima carriera (1925-1976) costellata di successi, molte delle scene da lui girate sono diventate indimenticabili, icone di una cinematografia senza tempo e senza pari. Chi non ha mai visto la celebre scena della doccia in Psycho, o le fughe dagli stormi di corvi, gabbiani e volatili vari in Gli uccelli?

Ma c’è un dettaglio ricorrente in più di trenta dei suoi film, e questo dettaglio è proprio lui, Hitchcock, presente in piccole straordinarie apparizioni, ben visibile o meno.

Lo spettatore aspettava i film di Hitch, e si divertiva a cercare la sua figura portare al guinzaglio i cani (Gli uccelli), giocare a bridge (L’ombra del dubbio), uscire dall’ascensore di un hotel (Io ti salverò), viaggiare su un autobus (Caccia al ladro). Ma la situazione ricorrente era quella di passeggiare per la strada (Il club dei Trentanove, La signora scompare, Rebecca, la prima moglie, Mr e Mrs Smith, Nodo alla gola, Paura in palcoscenico, La donna che visse due volte,…).

Una delle sue apparizioni più divertenti, nonché la sua preferita, è quella del film del 1943 I prigionieri dell’oceano. Hitchcock ha raccontato nella celebre intervista rilasciata a Francois Truffaut di aver trovato in questa comparsata lo stimolo per terminare la dura dieta che lo doveva portare a perdere cinquanta chili. Appare infatti in una foto che lo mostra prima e dopo gli effetti di Reduco, una fantomatica pillola dimagrante, in una immagine pubblicitaria inquadrata in primo piano sul retro del giornale letto da William Bendix.

Ben presto questa pratica delle apparizioni dovette trovare una regola, perché il timore del regista era quello che lo spettatore fosse troppo concentrato su questa “caccia” che sulla trama, e decise di comparire sempre nei primi 5 minuti del film. La prima volta che prese parte ad un suo film era in Il pensionante nel 1926, “per motivi strettamente funzionali, per il bisogno di riempire lo schermo”, ha dichiarato in seguito sempre a Truffaut. In questo caso lo vediamo seduto di spalle in una redazione giornalistica. Da qui non si è più fermato, e da una necessità, i suoi camei sono diventati “prima una superstizione e infine una gag” che gli ha portato decisamente fortuna.

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