SI GIOCA CON LA PAURA IN AMERICAN HORROR STORY: FREAK SHOW
“Schiacciare la bellezza e il fascino del grande schermo in una piccola scatola in bianco e nero? La tv? Lei vuol dirmi che la tv soppianterà il cinematografo? E perché mai? Non succederà mai, perché il cinematografo è l’espressione della nostra anima, dei nostri sogni, delle nostre fantasie”. Questa è una delle brillanti battute di Elsa Mars, un’ex patriota tedesca, che gestisce con fatica uno degli ultimi spettacoli freak show in Florida, negli anni cinquanta, ovvero Jessica Lange, la protagonista della quarta serie di American Horror Story (ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuck), in onda su Fox. Una vera chicca, a partire dalla sigla. Clown, uomini e donne senza arti, gemelle siamesi con un solo corpo (Sarah Paulson), nani e giganti, donne barbute o con tre seni, il ragazzo aragosta, esseri mostruosi a cui l’occhio si abitua subito entrando in un mondo assurdo, colorato, a tratti onirico. Il circo degli orrori ospita anche la donna barbuta Ethel Darling, interpretata dalla bravissima Kathy Bates, Meep, un bambino che stacca la testa dei volatili a morsi, la microcefala Pepper con suo marito Salty, Paul “l’uomo foca” affetto da focomelia, Suzi, la donna senza gambe, la bambina più piccola del mondo Ma Petite e altri stravaganti mostri. A questi si uniscono dopo anche Desiree Dupree (Angela Basset), la donna ermafrodita con tre seni e suo marito Dell Toledo, l’uomo più forte del mondo, che nasconde un segreto inconfessabile.
Mentre la vita dei circensi scorre a fatica a causa di tante difficoltà, prima tra tutte il fatto che la polizia tenta in tutti i modi di sabotare lo show, considerando i freaks un pericolo per la società, a Jupiter cominciano ad avvenire delle uccisioni ad opera di un clown dall’aspetto inquietante.
Avvincente, spietata, scritta, diretta ed interpretata egregiamente, la quarta serie di America Horror Story: Freak Show ha la capacità di tenere lo spettatore incollato anche di fronte alle scene più raccapriccianti, e di farlo entrare in empatia con il diverso, il deriso, il rifiutato dalla società, mentre i “belli” e apparentemente normali si trasformano in mostri senza pietà, esseri terribili a cui sfuggire.
Costumi, atmosfera, fotografia, musiche e ritmo. Tutto funziona. E vedere Jessica Lange nei panni di una vecchiaccia cattiva, triste, che cede al richiamo della tv, senza paura di mostrare le sue rughe, è un vero piacere. Un divertissement di altissima qualità, un modo di esorcizzare le paure e i mostri interiori intelligente. Sperando che esca in dvd anche in Italia, una bella idea regalo per gli appassionati del genere. Guardando American Horror Story 4 torna il desiderio di vedere Freaks, il film cult del 1932, diretto da Tod Browning, impareggiabile per la sua profondità.