Ganja Fiction: un indipendente di Mirko Virgili

STORIE DI DROGA, SESSO E VIOLENZA, TRA ATMOSFERE TIPICAMENTE “PULP” 

ganjafictionDal corto al lungometraggio, fino alla condivisione sul web in larga scala. Sono queste le tappe che hanno portato all’ultimo lancio del film di Mirko Virgili, datato 6 Aprile, tramite diverse piattaforme online, come Youtube. La pellicola, infatti, nasce dal corto omonimo del 2008, girato dallo stesso regista, per poi essere esteso agli 80 minuti circa definitivi della versione del 2013. Qualche giorno fa, infine, la distribuzione completa e gratuita in rete, mirata a promuovere al grande pubblico tanto lo stesso film quanto tutto il cinema indipendente italiano.

Scritto da Guido Lodovici, il film si sviluppa su più fronti, nell’arco temporale di un’unica giornata. Sullo sfondo della capitale romana, le diverse sottotrame dei personaggi si intrecciano, tramite un serrato e frenetico montaggio alternato, attorno all’ “erba migliore del posto”, come il titolo può far facilmente intuire, collegate tra loro da un’onnisciente voce narrante. Con situazioni al limite del grottesco e prive di qualsivoglia morale, sviluppi sorprendenti quanto crudi e violenti ed oltre i confini del “cattivo gusto”, ma sempre votati al puro intrattenimento, la pellicola si apre e si chiude ad Amsterdam, meta simbolica per i particolari “consumatori” protagonisti.

Nel cast, volti noti come Andrea De Rosa (Notte prima degli esami) o la showgirl Ludmilla Radchenko, Renato Solpietro, Ernesto Mahieux, Edoardo Pesce, Crisula Stafida e molti altri, tra cui figurano partecipazioni straordinarie come quella di Massimo Rosa, il “G-Max” del gruppo rap Flaminio Maphia. La colonna sonora, invece, è composta dal giovane Emanuele Bossi.

Non solo dal titolo, ma anche dallo stile adottato da questo film indipendente, si può subito evincere l’influenza della cinematografia di tarantinania memoria, e, di conseguenza, della cultura tipicamente “pulp” che permea l’atmosfera dell’intera pellicola. Sempre su tale linea si colloca il divertente inserimento di immagini, di palese ispirazione dei manga nipponici, a presentazione dei vari personaggi coinvolti. Per la componente, chiamiamola, più “stupefacente”, invece, il riferimento immediato è quello di Pineapple Express (Strafumati da noi, 2008) con Seth Rogen e James Franco, dove anche in quell’occasione la miglior droga in circolazione era al centro delle disgrazie degli sfortunati ed impacciati protagonisti. Oppure, ancora, la prima filmografia di Guy Ritchie (The Snatch, Lock & Stock), soprattutto per certe dinamiche delle bizzarre disavventure della coppia di “becchini”.

Ovviamente Ganja Fiction non manca di una certa personalità, specialmente nella resa del malcostume e della corruzione umana, a più livelli sociali, di marca indiscutibilmente italiana. Dal punto di vista stilistico, invece, troviamo l’uso di colte e raffinate citazioni, dai più conosciuti autori latini al Dalai Lama, poste tra una sequenza e l’altra, che consapevolmente si contrappongono al degrado e al “cattivo giusto” messi in scena.

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