STORIA DI TOMAS ALFREDSON, REGISTA DI LASCIAMI ENTRARE E LA TALPA
Tomas Alfredson nasce vicino a Stoccolma nel 1965. Sin da piccolo trova nel cinema una seconda famiglia: per trascorrere più tempo possibile con il padre, impegnatissimo comico, scrittore e regista, Tomas passa le estati con lui sui set televisivi e cinematografici, partecipando anche come comparsa in parecchi dei suoi lavori. Raggiunta la maggiore età, continua a seguire le orme paterne ed entra a far parte della Svensk Filmindustri, prima come semplice assistente, ma in poco tempo in qualità di scrittore e regista. Per circa dieci anni Alfredson accumula esperienza nella televisione svedese, occupandosi soprattutto di programmi per bambini.
Il passaggio sul grande schermo avviene nel 2004 con Four Shades of Brown, un film che il regista scrive e coordina in collaborazione con il gruppo Killinggänget. La pellicola intreccia quattro storie apparentemente drammatiche, ma movimentate da inaspettati risvolti comici: ogni corto rappresenta così un esempio significativo di quella che il gruppo di attori e scrittori considera “la comicità marrone”. Il risultato dona giusto in tempo al regista la visibilità necessaria per realizzare il suo progetto successivo.
Lo stesso anno in cui Alfredson debutta al cinema, infatti, lo scrittore John Ajvide Lindqvist pubblica il suo primo romanzo: Lasciami entrare. Affascinato dalla delicata storia d’amore e dai toni cupi della vicenda, il giovane regista decide di curarne la trasposizione cinematografica e, benchè ci siano già più di quaranta cineasti interessati alla realizzazione, Lindqvist sceglie di affidarsi a lui. L’ammirazione dello scrittore per i suoi lavori precedenti e la perfetta intesa tra i due consolidano una straordinaria collaborazione: basata sulla sceneggiatura dello stesso Lindqvist, la pellicola conosce un enorme successo di critica e pubblico, facendo incetta di premi e riconoscimenti.
Il film vanta una fotografia curatissima, giocata tra il bianco e il nero delle lunghe notti invernali svedesi, illuminata con intensità dai neon e macchiata di rosso: in questo paesaggio surreale, e sulle commoventi note di Johan Söderqvist, si sviluppa il rapporto tra Oskar, un ragazzino vittima del bullismo a scuola, e la sua misteriosa vicina di casa, Eli. La bravura dei protagonisti completa il quadro, sottolineando il contrasto tra gli orrori che Eli commette per sopravvivere e la tenerezza che fiorisce tra i due.
Nel 2011 Alfredson torna di nuovo al cinema con l’adattamento di un romanzo, ma di tutt’altro genere. La talpa, pubblicato da John le Carré nel 1974, è un’intricata spy-story ambientata durante la Guerra Fredda, in cui l’agente a riposo George Smiley affronta l’arduo compito di identificare un’agente del KGP che da anni è riuscito ad infiltrarsi nei massimi livelli del servizio segreto brittannico. Il film riporta la complessità del libro soprattutto attraverso i rapporti di amicizia, fedeltà e sospetto tra i protagonisti, messi in scena da un cast d’eccezione: Alfredson orchestra infatti Gary Oldman, Colin Firth, Tom Hardy, Mark Strong, Benedict Cumberbatch, Toby Jones e John Hurt in un crescendo di intrighi e rivelazioni.
La regia, la sceneggiatura brillante e le performances degli attori vengono di nuovo ricompensate da innumerevoli premi e nomine, oltre che da un ottimo incasso nei botteghini di tutto il mondo. Il successo inoltre potrebbe riportare presto al cinema Tomas Alfredson con un’altro capitolo della “trilogia di Smiley” di le Carré.