In The Box: recensione film

L’OPERA PRIMA DI GIACOMO LESINA, VIETATA AI CLAUSTROFOBICI

Locandina In The BoxGENERE: noir, drammatico

DURATA: 81 minuti

USCITA IN SALA: 23 Aprile 2015

VOTO: 3 SU 5

Cosa faremmo se non avessimo più controllo sulla nostra vita? Se fossimo rinchiusi in quattro mura, senza via di scampo? E fin dove siamo disposti a spingerci per salvarci?

Dopo il successo di pubblico riscontrato in occasione del Courmayeur Noir Festival, l’opera prima di Giacomo Lesina è pronta a uscire nelle sale. Il regista ha alle spalle molti anni di esperienza cinematografica. Ha lavorato come aiuto regista per Carlo Vanzina e in diversi film con altri registi, tra cui Cortesie per gli ospiti di Paul Schrader e Lezioni di volo di Francesca Archibugi. Inoltre ha collaborato come regista a varie produzioni televisive, tra cui anche la famosa serie Don Matteo.

Il film inizia con una donna (Antonia Liskova) che si risveglia in un garage. In questo piccolo cubo si trovano due macchine ed un tubo che esala ininterrottamente monossido di carbonio. Un gas che qualunque abitante di una metropoli è abituato a respirare ma che, all’interno di quel piccolo spazio in cui è confinata la donna, diverrà in breve tempo letale. Ad averla chiusa nel garage è uno sconosciuto che sembra però sapere tutto di lei. Senza rivelarle il motivo per cui è stata imprigionata, la avvertirà però del poco tempo che le rimane da vivere e le assicurerà l’esistenza di una via d’uscita. La donna tenterà di tutto per sopravvivere fino a raggiungere la più totale disperazione. Ed è proprio in quel momento, quando si sta per perdere ciò che ci è più prezioso, che se ne comprende il reale valore.

In the box è un film claustrofobico, incalzante che lascia pochi attimi di riposo allo spettatore. L’ambiente, la luce (sia i pochi raggi di sole che penetrano dall’esterno sia l’illuminazione elettrica) e naturalmente anche il fumo enfatizzano la sensazione di agitazione e oppressione che caratterizza la vicenda. Lo stesso effetto è dato dalla musica, che segue di pari passo l’evolversi della storia, provocando un continuo senso di angoscia. Si tratta di un “one-woman-show”. Infatti, il ruolo di Antonia Liskova è la vera colonna portante del film. L’attrice riesce a sopportare con abilità tale peso. Ricopre egregiamente un ruolo difficile, in cui il personaggio viene portato al limite, mantenendo il controllo e senza risultare eccessiva nella sua interpretazione. Si instaura una forte collaborazione tra camera e attrice che dà vita a una storia che scorre con naturalezza. La donna ha ottanta minuti per salvarsi prima che il gas la intossichi fino a portarla alla morte e gli spettatori seguono con lei, sino alla fine, questi tragici momenti.

A prima impressione può sembrare semplicemente un film di genere ma in fondo c’è di più. Questo è un film di attualità e vi sono presenti diversi elementi di critica sociale. Primo fra tutti il visibile problema dello smog, nel film portato all’eccesso. Poi l’impatto dei cellulari nelle relazioni tra persone. Inoltre è evidente nel corso della storia come le idee e le scelte dei genitori influenzino i figli, i primi ad essere danneggiati dalle loro azioni. In the box è un film avvincente, ricco di colpi di scena e con un cast ristretto ma adatto, che manifesta una grande voglia di fare cinema senza utilizzare budget spropositati.

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