IL FILM SULL’AMICIZIA E IL RICORDO ATTRAVERSO UN VIAGGIO ON THE ROAD
Il prezioso tubo è infilato nella sabbia di un campo di pallone improvvisato nel deserto. Il che vuol dire salvezza, ma i bambini non sono d’accordo sul concedere il loro unico palo della porta improvvisata. Così il più basso del gruppo ha l’illuminazione: Italia-Marocco, si arriva ai dieci. Rigori parati, falli subiti, imprecazioni, arrabbiature, esultazioni, tutto scorre sotto le note e parole de La leva calcistica del ’68. Mai canzone fu più adatta.
Tutto avrà, quasi dieci anni più tardi, una sensazione di deja- vù nel suo tributo in una famosa commedia, anche questa on the road.
Marco (Fabrizio Bentivoglio), Paolino (Giuseppe Cederna) e Ponchia (Diego Abatantuono), vivono a Milano e sono amici da sempre, anche se non si vedono da quasi dieci anni. Marco fa una vita tranquilla con il suo lavoro di ingegnere, Ponchia si occupa di rivendere auto usate, mentre Paolino si è sposato con l’amica Elena e ha due figlie e un lavoro da insegnante. Cedro (Gigio Alberti) invece, il quarto del gruppo, si è trasferito in montagna dove vive da solo. A riavvicinare i quattro amici è la richiesta d’aiuto di Rudy (Massimo Venturiello), altro amico e ex-compagno di università, che trovatosi in guai giudiziari in Marocco per un chilo di hashish manda la sua compagna Teresa a chiedere aiuto ai quattro amici. Dopo dubbi confronti e cene nostalgiche i quattro decidono di correre in soccorso dell’amico con i soldi che serviranno a corrompere il giudice e far uscire dal carcere l’amico ritrovato.
Sulla loro jeep rossa, tra frontiere, litigi, riconciliazioni, partite di pallone improvvisate, camminate nel deserto e ricordi nostalgici, i quattro, oramai ex ragazzi, dovranno affrontare un viaggio verso la ricerca di un amico che si rivelerà essere la ricerca di loro stessi.
Marrakech Express è il terzo lungometraggio di Gabriele Slavatores e primo capitolo della “Trilogia della fuga”. La trilogia della fuga, che trova seguito con i due successivi capitoli, Turnè (1990) e Mediterraneo (1991), quest’ultimo vincitore di un Oscar, mantiene sostanzialmente due tematiche ricorrenti, quella del viaggio e del ricordo. Un viaggio senza meta che rappresenta la fuga da regole rigide, dettate dalla società nella semplice vita quotidiana come in Marrakech Express o dettate dalla guerra come in Mediterraneo.
Marrakech Express è la prima opera considerata matura di questo acclamato regista e che ha dato inizio alla sopracitata trilogia, ma che non doveva essere diretto da lui, bensì da Carlo Mazzacurati. La sceneggiatura era stata infatti scritta da quest’ultimo, Enzo Monteleone e Umberto Contarello ed era arrivata finalista al Premio Solinas, ma per diverbi con il produttore rinunciò a dirigerlo. Salvatores conscio del valore del testo e della potenziale pellicola si propose alla regia.
Interpreti del film sono i suoi attori e compagni di vita che torneranno in altri film della trilogia, Giuseppe Cederna, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio e Gigio Alberti. Con le loro fisicità e indoli differenti creano un gruppo eterogeneo, ma comunque compatto e soprattutto vero. Quello di Marrakech Express è un racconto pieno di sensibilità e leggerezza che si sa ben dosare grazie alle diverse interpretazioni e ai diversi caratteri dei suoi protagonisti, sapientemente messi insieme da Salvatores e che danno vita a sfumature differenti.
La simpatia di un Abatantuono che improvvisa sempre qualcosa di nuovo, la sensibilità e pacatezza del personaggio di Bentivoglio che ben contrasta e trova armonia nell’estro dell’amico milanese, il polemico e corretto personaggio di Cederna che si riconcilierà con l’amico Cedro grazie alla condivisione di un’esperienza comune. Il senso di amicizia non è sempre manifestato ma è sempre presente, nonostante i vari contrasti che il gruppo di amici può aver avuto durante il viaggio.
Prese in giro e punzecchiature che si confondevano tra quelle che erano le battute del copione e quelle che erano i veri e propri contrasti tra gli attori. Continui infatti erano i battibecchi e le prese in giro tra Abatantuono e Cederna, che, come i loro personaggi, bonariamente mal si sopportavano sul set, aiutando di certo ad arricchire le loro interpretazioni e a renderle ancor più vere.
Con le canzoni di Francesco De Gregori e Lucio Dalla, evocative del nostalgico passato vissuto dai protagonisti e le note blues della chitarra di Roberto Ciotti, il viaggio e la prima fuga di Salvatores si compie, con un enorme successo di pubblico, che ancora oggi viene ricordato. Un film che racconta la generazione di coloro che erano attivi e combattivi nel ’68 e che alla fine degli anni 80 si sono ritrovati complici e attivi solo di una società consumistico-borghese, rimpiangendo il frenetico e sincero passato.
THE FILM ABOUT FRIENDSHIP AND THE MEMORY THROUGH A ROAD TRIP
The precious tube is in the sand of an improvised football field in the desert. This means salvation, but the kids don’t agree to hand over the only post of their made up goal. So, the shorter of the group has an epiphany: Italy-Morocco, up to ten. Penalty shots stopped, fouls, curses, anger, exultations, everything accompanied by the music and lyrics of La leva calcistica del ’68. Another song would hardly fit better.
Almost ten years later, everything will feel like a déjà vu in a tribute scene of a famous comedy, on the road as well.
Marco (Fabrizio Bentivoglio), Paolino (Giuseppe Cederna) e Ponchia (Diego Abatantuono), live in Milan and have been friends forever, even if they haven’t seen each other for almost ten years. Marco has a quiet life, working as an engineer; Ponchia sells used cars; Paolino has married his friend Elena and he has two daughters and a teaching job. Cedro (Gigio Alberti), the fourth of the group, has moved to the mountains, where he lives alone. What will bring them back together is Rudy (Massimo Venturiello) another friend and former schoolmate, who is in trouble with the law in Morocco, because of a kilogram of hashish. He sends his mate Teresa asking for help to the four friends. After doubts, confrontations and nostalgic dinners, they decide to go and rescue their friend with the amount of money needed to corrupt the judge and set Rudy free.
On their red jeep, going through frontiers, fights, reconciliations, football matches, walks in the desert and nostalgic memories, the four face a journey looking for a friend, which will turn up to be a quest for themselves.