AMORE E MORTE SECONDO IL PIU’ GRANDE REGISTA MESSICANO
Sullo sfondo grigio, sgranato, saturo di una violenta metropoli messicana sei persone, tre uomini, tre donne, tre coppie. Tre racconti diversissimi tra loro, si dipanano e si sfiorano, accomunati, tutti, da un unico centro di gravità. Un tragico incidente che li coinvolgerà e travolgerà, e sarà punto di svolta, punto d’inizio e di fine delle loro vite.
Amores Perros, Amori e Cani sono i protagonisti di questo vortice di sentimento e disagio, di violenza e amarezza che sprofonda in uno sfociare annichilito, deluso e impaurito. Uno sfociare che si rivelerà destino dei suoi innamorati protagonisti.
Primo capitolo della trilogia della morte di Alejandro González Iñárritu, Amores Perros è un’opera complessa. I protagonisti di questa storia, cinica e ottimista al tempo stesso, sono tutti e tre preda dell’amore, chi di quello fuggiasco, chi di quello paterno, chi di quello carnale. Chi di un amore sconosciuto, nascosto o appena nato. I loro destini sono combattuti, dall’ambiente che li circonda, da ciò che hanno scelto di essere e da un singolo e tragico evento. Nelle loro vite la morte già regna, in altre piomba, e in altre ancora verrà abbattuta.
Una struttura narrativa che si poggia saldamente su un continuo utilizzo di flashback, che prende un singolo incidente come fulcro per raccontare i suoi protagonisti. Per raccontare una storia prima e dopo quell’evento, che viene rincorso e raggiunto da tutti e tre i suoi punti di vista. Uno stile che tornerà nel suo film successivo, 21 Grammi. Una struttura narrativa che caratterizza tutta la trilogia della morte, completata nel 2006 con Babel.
Il regista messicano non è il solo artefice costante dei tre capitoli. Collaboratori essenziali di questa lunga opera cinematografica sono lo sceneggiatore Guillermo Arriaga (The Burning Plain-Il confine della Solitudine), unico sceneggiatore dei tre film e il direttore della fotografia Rodrigo Prieto (Gli Abbracci Spezzati, The Wolf of Wall Street). Arrivati tutti e tre alla consacrazione nel cinema Hollywoodiano, senza questi collaboratori essenziali La Trilogia non avrebbe posseduto quei toni cupi, quella tematica così forte e quell’incastro di avvenimenti che hanno caratterizzato un nuovo modo di fare cinema.
Alejandro Iñárritu è qui al suo primo lungometraggio e non si direbbe. Il suo sguardo è sempre perfettamente a tempo con il ritmo del racconto. Veloce e originale nel concitato momento di evitata violenza di un inseguimento, fermo e toccante nello strazio di una vita mutilata, suadente e famelico nelle scene di sesso. Il regista messicano segue i suoi protagonisti stando al loro stesso passo senza mai lasciarli abbandonati alle loro vicissitudini.
Un modo di fare cinema premiato in tutto il mondo e nei festival più importanti, toccando anche la Nomination agli Oscar per il Miglior Film in Lingua Straniera. La nomination all’ambita statuetta è arrivato proprio con Amores Perros, ottenendo il BAFTA in Inghilterra, il premio della critica a Cannes e vincendo anche in Portogallo e in Giappone. Un successo che ha portato i successivi due capitoli ad essere girati e prodotti negli Stati Uniti. Costellando i successivi cast di stelle internazionali.