Andrea Preti: One More Day…in Italy

ANDREA PRETI RACCONTA LA GENESI DEL SUO PRIMO FILM “ONE MORE DAY”

Andrea preti set2xsDiretto e sincero. Questo ci è apparso a primo impatto Andrea Preti, classe 88, è un giovane attore ed autore di cinema, sveglio e determinato. Lo abbiamo incontrato e si è rivelato un fiume in piena, raccontandoci del suo primo film da regista One More Day, interpretato insieme a Stefania Rocca, e del suo rapporto complicato con l’Italia, paese che ama e da cui alle volte vorrebbe fuggire.

Come nasce l’esigenza di passare dietro la macchina da presa?
Parte dal desiderio di raccontare una tematica importante che al giorno d’oggi si fa fatica a vedere sullo schermo, specialmente in Italia.

Spesso ci si ispira al proprio passato, alle tradizioni e alla società in cui viviamo. Ti è capitato?
Mi sono basato molto sulla storia della mia famiglia, prendendo spunto da esperienze personali. Un modo non sempre lineare di dare vita a questi ricordi, attraverso la memoria del protagonista ho voluto riportare in immagini una vita passata, operazione complessa ma molto efficace, narrativamente parlando.

Quanto è difficile per un attore-autore cercare fondi per girare un film?
Ho 26 anni e mi hanno sbattuto diverse volte la porta in faccia in questo senso, cosa che trovo molto triste perché non si può relazione il concetto di età con la creatività artistica. In Italia non viene data credibilità e spazio alle persone senza esperienza, io conosco tanti ragazzi italiani che invece lavorano all’estero e con successo.

Parli di gioventù, cosa servirebbe qui affinché i giovani talenti comincino a lavorare con continuità?
In primis che almeno le case di produzione ascoltino e rispondano positivamente ad un confronto verbale durante i meeting. Qui non esiste la possibilità, le risposte sono sempre le stesse: sei troppo giovane, vieni da un mondo diverso ecc. L’esperienza si fa sul campo, io ho lavorato e studiato negli USA e, come sappiamo, li la situazione è completamente differente, in positivo.

Quanto è importante per te lavorare qui e quanto spostarsi all’estero?
Per me lavorare qui sarebbe il massimo, sono italiano e voglio puntare sul Made in Italy, cercherò di lavorare il più possibile in Italia, però riscontro tantissimi ostacoli che mi costringono a guardare al di fuori del paese. Ho fatto già un altro film che distribuirà la Disney, siamo (con la sua White Wolf Productions) in coproduzione per il terzo film con una società americana. Vorrei girarlo in Puglia perché è un film in costume ambientato nell’800, però lo Stato Italiano non mi viene incontro e quindi sto vedendo se girarlo a Copenhagen, in Danimarca (dove è cresciuto). In quel caso lo Stato Danese mi viene incontro quasi del 40%. Quindi mi chiedo, chi ci perde, io o l’Italia?

Andrea preti set7xsDomanda interessante che spesso cade nel vuoto. Come sei arrivato a realizzare One More Day?
One More Day è un film di crescita e di speranza, rivolto ai giovani che hanno sogni e che lottano per loro. Un film coraggioso che tratta tematiche come il dolore, la sofferenza, la malattia e il coraggio del protagonista Emanuele che io interpreto, orfano di padre in seguito ad un incidente, che segue un corso di teatro sul comportamento fisico degli attori, dove conosce una psicologa e iniziano a frequentarsi. Si capirà che c’è un nesso tra di loro di una vita precedente e il finale sarà appunto molto traumatico. Tante bisogne soffrono, le persone hanno bisogno di un piccolo gesto e uno sguardo o un sorriso può cambiarti la vita a volte: questo è ciò che abbiamo provato a trasferire attraverso una storia vera. Non vi dico altro, andatelo a vedere!

In ottica di carriera, in quale lato del mondo del cinema ti vedi?
Io sono molto onesto, mi piace scrivere, dirigere, mi piace fare soprattutto l’attore. Ci sono storie che sto scrivendo e su cui ho ottenuto molti riscontri positivi. Ho un’immagine visiva e se la storia la scrivo io mi piacerebbe farla mia e magari interpretarla anche. Non mi pongo molti limiti, ho una mentalità molto diversa da quella italiana, se un’artista studia e lavora sodo non ci si sono barriere. Personalmente posso fare uno dei ruoli o tutti e tre insieme.

Quale consiglio ti senti di dare a chi si affaccia ora a questo livello?
Credo che il cinema sia uno dei lavori più belli al mondo, creare una storia e riportarla in immagini…se una persona crede e vuole fare cinema deve lottare contro le difficoltà di questo mestiere. Quindi non smettere, non mollare, piuttosto invece di arrendersi consiglio di viaggiare e scoprire nuove culture e paesi nuovi, perché di talenti tutti quanti ne hanno sempre bisogno e gli attori italiani all’estero sono visti molto molto bene.

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