UN FILM DA NON PERDERE PER CHI HA IL CORAGGIO DI GUARDARSI DENTRO
La neve. Il bianco. Il non colore. Il candore. La natura che sovrasta tutto con la sua bellezza. Una tranquilla famigliola svedese, genitori sui quarant’anni e figli sui sette-nove anni, sorella e fratello. Una vacanza tanto attesa, stare insieme, sciare, giocare, fare le foto con le facce da turisti. Poi arriva una valanga che li lascia fortunatamente illesi. Un grande spavento, una disavventura finita bene.
Questa è in breve la storia di Forza maggiore (Force Majeure – 2014) diretto da Ruben Östlund, svedese, vincitore del Premio della Giuria nella sezione Un certain regard al 67º Festival di Cannes, e selezionato per rappresentare la Svezia nella categoria miglior film straniero agli ultimi premi Oscar.
Ma la valanga di neve, che appunto si ferma un attimo prima di travolgere parte della famiglia, è una causa che, per forza maggiore, scardinerà i punti saldi della vita di queste persone. Quello che Ostund ci regala con questo film è un viaggio interiore profondo, faticoso, che scava sotto, molto in fondo. E lo fa con maestria, delicatezza, ironia, sarcasmo, e grande capacità di dare dei segni. Tocca le corde nascoste, quelle che spesso preferiamo non far suonare. Interni ed esterni si alternano rappresentando tutti un luogo della mente, che, sia aperto o angusto, pone spesso l’essere umano di fronte alla scelta e il non sapere in che direzione andare, se stare fermo, immobile, se correre via, se restare in silenzio o urlare. Dilemmi quotidiani che si consumano lavando i denti, salendo in seggiovia o cenando con gli amici. Dove inizia l’amore? Come si dimostra? Ci si può fidare di chi amiamo e ci ama? Fino a che punto?
Queste grandi domande si appoggiano, senza rumore, sulla neve. Una beve morbida ma che non si scioglie. Una neve fredda che nasconde fino a far scomparire le figure. Poi dei colpi, la musica alta, le voci. Nel silenzio e nel caos il senso della perdita, della solitudine e dell’insicurezza bussa in maniera incalzante e non si può far finta di niente. Occorre aprire gli occhi, il cuore, fare, dire qualcosa. Il giudizio, quello su chi ci sta accanto. Quello che può diventare un mostro e allontanare. Ma noi, al suo posto, cosa faremmo? Quanta verità, quanta incertezza, quanta complessità: Forza maggiore è senz’altro un film d’autore di non facile fruizione, ma se ci si lascia prendere per mano da questo regista coraggioso, si rischia di fare un viaggio a tratti doloroso, ma molto, molto coinvolgente.