Mad Max – Fury Road: recensione film

MAD MAX ESALTA LA STRAORDINARIA VISIONARIETÀ DI GEORGE MILLER

locandina mad maxGENERE: fantasy

DURATA: 120 minuti

USCITA IN SALA: 14 maggio 2015

VOTO: 4,5 su 5

Che splendida giornata, what a lovely day!! Mentre il mondo “collassa” noi rendiamo grazie al redentore George Miller che ci regala un reboot meraviglioso, adrenalinico e visionario come non si vedeva da tempo. Estasi visiva e meraviglia per occhi e cuore, Mad Max: Fury Road è specialmente questo e molto, molto di più.

Stiamo parlando di saper reinventare un concetto di cinema post-apocalittico che primeggiava di moda alla fine degli anni 70 e riportarlo in auge al giorno d’oggi in tutta la sua gloria e con tutta la sua potenza narrativa grazie al massiccio uso del digitale, per una volta usato con sapienza  e dosato con perizia. Se non fosse già chiaro abbiamo amato il film, senza se nè ma, godendo (è l’uso adatto della parola) nella sua maestosa messa in scena.

Un reboot perchè la saga originale di Mad Max che lanciò Mel Gibson riparte oggi più “torrida” che mai. Senza ricamo alcuno, ruvidità e concretezza le parole chiave, Tom Hardy è Max “il Folle” e Charlize Theron la regina “Furiosa”: entrambi epici nella loro interpretazione improntata su scenografia in parte ricostruite in parte reali. L’universo terrestre si risveglia assetato d’acqua e con il solo deserto davanti a sè nel vasto orizzonte.

Comincia la guerra al petrolio e l’unica legge è la tirannia della violenza. Mad Max: Fury Road è una fiaba dark e surreale basata sulla deriva della società, macchiata dal greggio e vissuta a ritmo heavy metal. Miller dopo quasi 40 anni aggiorna il suo curriculum cinematografico e lo fa dando lustro alla sua creatura fantasy che potenzialmente diventa un franchise di lunga durata. In un modo sublime di coreografie e iperboli registiche che fanno scuola a più di una generazione di filmakers.

L’unico istinto di questo mondo è la sopravvivenza: non importa come, non importa con quale mezzo. L’uomo ridotto a creatura primordiale reagisce a stimoli esterni con l’unico obiettivo di superare il giorno, senza sguardo al futuro, puntellato sull’arido presente in cui l’egoismo è una forma di speranza. Almeno fino all’avvento di Max, non il redentore del domani, ma solo un uomo capace di trasformare il suo inossidabile credo in un definitivo atto eroico. La specie è salva…per ora.

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