PITZA E DATTERI E’ LA SURREALE COMMEDIA SULL’INTEGRAZIONE
DURATA: 92′
USCITA IN SALA: 28 Maggio 2015
VOTO: 3 su 5
A Venezia la comunità islamica vive serenamente con le sue tradizioni e le sue pratiche religiose. Fino a che la comunità religiosa non si ritrova privata della sua così amata moschea a causa della combattiva e splendida Zara (Maud Buquet). Francese di origini turche, Zara apre un parrucchiere unisex al posto della moschea, lasciando ancor più sbigottita la piccola e variegata comunità islamica, compreso il suo “presidente” Karim (Hassani Shapi). A far parte della comunità vi è anche un italiano, il veneziano Bepi (Giuseppe Battiston), convinto islamico praticante e nobile caduto in miseria. A dover salvare le sorti della simpatica comunità viene chiamato dall’Afghanistan l’Imam Saladino. Con l’arrivo di questa giovanissima guida la comunità cercherà un modo, anche il più estremo, per liberarsi della temeraria parrucchiera.
Fariborz Kamkari è il regista di Pitza e datteri, piacevole commedia sull’integrazione. Autore Curdo, ha stupito tutti nel 2010 con il film I Fiori di Kirkuk e torna al cinema dopo 5 anni con un film italiano, ma non solo. Più nazionalità formano la caleidoscopica commedia che si sofferma su un tema più che mai attuale: l’integrazione straniera in Italia. La pellicola del regista curdo sgonfia e ridicolizza con delicatezza i luoghi comuni e le pratiche di un Islam estremista.
Quella di Fariborz è un’analisi sulle contraddizioni dei nostri giorni. Sulle nostre quotidiane assurdità. Assurdità di una cultura occidentale, vista nella figura del Bepi, e di quella orientale, vista nelle estremizzazioni proprie del fondamentalismo islamico. Alla fine a regnare sono sentimenti universali come l’attrazione, la passione e l’amore. Sentimenti che sovrastano le differenze culturali. Differenze che sono spesso barriere ma che nel film di Kamakari vengono neutralizzate da un umorismo quasi surreale, una comicità che ridicolizza culture troppo vittime di loro stesse.
Il film è quanto mai attuale, pieno di idee interessanti e di un certo coraggio che diverte e intrattiene. Con uno stile che può non piacere, ma certamente originale, Pitza e datteri possiede un evidente messaggio, ironico e non privo di profondità sulle differenze che allontanano ma che non sono altro che mura immaginarie, che mai dovrebbero allontanare ma soltanto arricchire.