CINEMA DI IERI RACCONTA PONTECORVO E LA SUA BATTAGLIA DI ALGERI
Dal 1954 al 1962 l’Algeria divenne il luogo di battaglia che vide come protagoniste due fazioni contrapposte: l’esercito francese e gli indipendentisti algerini. Questi ultimi erano guidati dall’organizzazione del Fronte Nazionale per la Liberazione. Lo scontro consisteva principalmente in attacchi di guerriglia armata da parte degli algerini con assassini di ufficiali della polizia ed attentai, cui si contrapponeva la repressione sistematica di ogni tipo di insurrezione da parte delle autorità francesi.
La battaglia di Algeri è un film del 1966 diretto da Gillo Pontecorvo. Si tratta di una co-produzione italo-algerina. La pellicola è stata realizzata dal regista italiano con il sostegno ufficiale del governo algerino. Grazie a questa collaborazione tutte le riprese hanno avuto luogo ad Algeri. Questa pellicola rese celebre a livello internazionale il regista italiano. Pontecorvo, infatti, ricevette per questo film numerosi premi. In particolare, vinse il Leone D’Oro a Venezia, il Nastro d’argento e fu candidato a tre premi oscar, tra cui miglior sceneggiatura (insieme a Franco Solinas), miglior regia e miglior film straniero.
Il film rievoca, in uno stile documentaristico, la guerra d’indipendenza algerina, concentrandosi sul periodo che va dal 1954 al 1957. In particolare, la storia si sofferma su due figure contrapposte: Ali La Pointe e Philippe Mathieu. Il primo è un algerino, divenuto membro del FLN, dopo aver assistito all’esecuzione di un militante in carcere. Philippe Mathieu è invece un Tenente Colonello dell’esercito francese, con molta esperienza in conflitti di questo tipo, a cui viene ordinato di ristabilire la pace eliminando il gruppo di rivoluzionari algerini.
Quasi tutti gli attori utilizzati dal regista erano non professionisti. Questo aspetto accresce ulteriormente la sensazione di realismo che è la caratteristica essenziale del film. Alcuni attori erano, addirittura, essi stessi, rivoluzionari sopravvissuti al processo di decolonizzazione. L’unico attore professionista era Jean Martin, nel ruolo del Tenente Colonello Mathieu. Tuttavia anche lui poté assicurare al proprio personaggio una connotazione autobiografica. L’attore francese aveva, infatti, fatto parte di un regimento di paracadutisti durante la guerra d’Indocina, nonché durante la resistenza francese.
Il film ritrae il conflitto algerino in maniera realistica e neutrale. Entrambe le parti hanno le proprie ragioni per combattere ed entrambe le parti commetteranno delle azioni inumane per riuscire vincitrici dallo scontro. Gli atti violenti, gli attentati, gli assassini e le esplosioni vengono ritratti chiaramente, la loro caratteristica distruttiva non è attenuata, ma manifestata crudamente. Da queste immagini scaturisce una domanda essenziale, il dilemma che è alla base del film: è proprio vero che il fine giustifica i mezzi?
La qualità che rende eccezionale questo film è la perfetta combinazione di forma e contenuto. Pontecorvo stesso, in una delle sue ultime interviste, afferma di aver realizzato il film per insegnare a fare cinema. Ed, in effetti, la pellicola è tutt’ora fonte continua di discussione tra gli appassionati di quest’arte. Ma, allo stesso tempo, viene proiettata, con scopi del tutto differenti, da diverse organizzazioni politiche: dalle Pantere nere al Pentagono. Questo evidenzia il livello di realismo raggiunto dal lavoro del regista italiano.
Va ricordato, inoltre, che la colonna sonora è ad opera di un’altra celebre figura italiana: Ennio Morricone. Collaborando con lo stesso regista, il compositore italiano ha realizzato la musica di accompagnamento, caratterizzata da strumenti a percussione, che si trova in perfetta armonia con il resto del film.