Vertical Conquests: il Cinema incontra la Street Art

IL DOCUMENTARIO INDIE CHE ESPLORA UN MONDO ANCORA POCO CONOSCIUTO

vertical-conquestSui “graffiti” che impazzano per i muri delle grandi metropoli e non, esiste praticamente da sempre un certo pregiudizio sociale. Giudicati perlopiù come vandalismo dalla massa, vengono poi spesso associati a dediche amorose, messaggi ironici, d’odio o di protesta che si condensano ad ogni angolo delle nostre città, ma che in realtà hanno poco a che fare con l’intento artistico di veri e propri autori. Per fortuna, complice anche la condivisione sul web, negli ultimi tempi si è riusciti a registra una decisiva inversione di tendenza, che sta permettendo di superare tali radicati equivoci in maniera sempre maggiore. Il documentario Vertical Conquests si colloca esattamente su questa linea, avente l’obiettivo di presentare una simile realtà, senza filtri, facendo semplicemente parlare le opere dei più celebri artisti internazionali.

Realizzato da Rosa Chiara Scaglione, alla sua opera prima, la pellicola vuole essere, quindi, un itinerario emozionante alla scoperta dei più importanti street artists del panorama mondiale. In particolare, è la terza generazione a salire in cattedra, quella dei pionieri come Jeff Aerosol e Bansky, altro indice della portata della continua espansione di quest’affascinante forma d’arte contemporanea. La ricerca d’immagini suggestive apportata va a svelare così un mondo fatto di volti, suoni, pensieri, ma soprattutto emozioni, degli autori quanto degli stessi curatori del progetto.     

Un mondo da scoprire, perciò, poco conosciuto nella sua interezza e complessità, e troppo di frequente dato quasi per scontato. Per comprenderlo meglio, oltre ai loro stessi elaborati, gli stessi artisti intervengono mediante interviste mirate ad esplorare, e ad approfondire, il loro processo creativo. Ma Vertical Conquests non si limita a questo, seguendoli nei loro spostamenti fino ai più grandi musei del pianeta, facendo emergere le fila di un movimento globale, sociologico e culturale, in tutta la sua interessante organizzazione.

Il documentario coinvolge i più facoltosi e giovani artisti che lavorano su Roma, provenienti da tutto il mondo, come i francesi Rero e il già citato Aerosol, l’americano Gaia, il cinese Daleast, il sudafricano Faith47, lo spagnolo Borondi e il tedesco Mentalgassie, fino agli italiani Sten&Lex e Sbagliato.

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