Chi è Eiji Tsuburaya, il protagonista del doodle?

IL DOODLE DI GOOGLE PER IL 114 ANNIVERSARIO DELLA SUA NASCITA

ultramanEiji Tsuburaya: un nome che dirà poco ad alcuni, ma che ancora entusiasma altri. Perché quest’uomo, nato a Tokyo nel 1901 e morto a 68 anni nel 1970, è stato uno dei padri degli effetti speciali cinematografici, firmando successi come Godzilla e Ultraman.

Oltre ad essere stato ideatore di geniali effetti prima ancora dell’avvento dei computer, Tsuburaya fu anche produttore e direttore della fotografia. Si ritrova la sua mano, per un ruolo o per l’altro, dietro a centinaia di pellicole made in Japan, e arrivò infine, pochi anni prima della morte, a fondare la sua casa di produzione, la Tsuburaya Productions, dopo aver lavorato vent’anni per la Toho.

Ma non fu solo una grande firma nel campo della fantascienza, dell’horror e dei monster movie, ma del cinema di propaganda. Diresse infatti diversi film di guerra, durante il secondo conflitto mondiale, volti a celebrare il paese del sol levante e la persona dell’imperatore.

Conosciuto maggiormente per aver dato vita a Godzilla, l’idea della sua creazione gli venne dopo aver visto King Kong, da cui rimase tanto affascinato da aver lavorato anche, nel 1960, per Il trionfo di King Kong, il film che racconta lo scontro tra i due giganti.

Tra le curiosità più interessanti del suo lavoro c’è sicuramente il modo in cui riuscì a dar vita al mostro nucleare più famoso nel mondo: Godzilla era interpretato da un uomo che ne vestiva il costume di gomma muovendosi in un set in cui ogni elemento era a grandezza ridotta, e per i campi lunghi si usavano dei pupazzi in plastici proporzionati. Un sapore tutto diverso, quello dato da questi film, rispetto ai risultati resi dai sofisticati software a cui siamo abituati oggi, ma che continua a mantenere un fascino indiscusso e nostalgico, nonostante il sentore di instabile verosimiglianza.

Per il 114° anniversario della nascita di Tsuburaya, Google ha deciso di dedicargli il doodle del giorno: una serie di giochi portano l’utente a “girare” un film, attraverso tecniche che a noi potranno pur sembrare banali, ma che altro non sono che la semplificazione del lavoro del maestro giapponese. E allora oggi tutti a mettere la testa di Godzilla al mimo, a distruggere palazzi di plastica e riprodurre i raggi laser con le torce, e provare a sentirci un po’ maestri del grande schermo.

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