FUNNY GAMES IL DISTURBANTE CAPOLAVORO HORROR DI HANEKE
L’armonia familiare. Il gioco candido che si fa in macchina per passare il tempo durante un lungo viaggio in famiglia. Tutto è apparentemente armonioso, e in fondo per i suoi protagonisti lo è. Ma se ci si focalizza meglio, si notano bianche e mute presenze che con subdola gentilezza mirano a minare l’animo umano con violenza sanguigna. Un elemento disturbante annunciato da improvvisa musica metal.
Loro cortesemente vi chiederanno un favore da buon vicinato, di entrare in casa vostra con grande gentilezza, ma sarà tutta un’illusione. Perchè loro in realtà non vi chiedono nulla. Non hanno bisogno e neanche lo vogliono il vostro permesso. Ciò che è importante per loro è che voi capiate che per quanto vi impegnerete nel cercare di cambiare le cose, nel cercare di fuggire, di liberarvi di loro, sarà tutto inutile. Perchè lo spettacolo deve fare il suo corso ed uccidervi non è la parte più importante. Un calvario insano sarà la vostra unica vacanza e cercare di fermarlo renderà le cose solo più difficili. Per voi s’intende, è ovvio.
Anne (Naomi Watts) e George (Tim Roth) e il piccolo Georgie vanno nella loro casa al lago per passare le vacanze. Si ritroveranno però molestati e infine intrappolati da una coppia di gentili e sadici assassini pronti a fare delle loro vite un inferno. Martoriandoli con dei veri e propri Funny Games.
Un climax disturbante di ovattata violenza. Una delle esperienze cinematografiche più martorianti. Michael Haneke mostra la sua superba abilità nel passare da un genere all’altro. E lo fa con originalità e decisione. Uno stile asciutto ed efficace. Un horror che non ha nulla di paranormale, nulla di esagerato, nulla di sovrannaturale, se non quando la quarta parete viene infranta. Haneke gioca letteralmente con una delle più grandi e terrene paure: Cosa accadrebbe se degli sconosciuti si presentassero alla porta e con il massimo dell’educazione forzassero la mano per entrare, protetti da una formalità dovuta? Una condizione senza via d’uscita. Non ve ne sono nemmeno quando i suoi protagonisti hanno l’occasione di uscirne fuori. E Haneke fa l’impossibile per far si che i due disperati coniugi non la colgano, fino a manipolare visivamente il filo narrativo del suo film più angosciante.
Ispirato ai fatti di cronaca di Leopold e Loeb, due giovani e benestanti studenti dell’università di Chicago che negli anni 20 furono complici di un insensato delitto, Funny Games è il remake dell’omonimo film del regista uscito 10 anni prima in madre patria. Creato con l’ intento di raggiungere un pubblico più vasto, è un remake che vede la stessa storia, gli stessi protagonisti e soprattutto le stesse scene, è infatti un reamke shot-for-shot. Di conseguenza a cambiare saranno solo gli attori.
Quello che fanno i suoi nuovi protagonisti è un lavoro eccelso, da entrambe le parti. Per Tim Roth quelle settimane furono un vero calvario emotivo in cui le sue angosce sono state messe alla prova. E si vedono nel suo lavoro attoriale. Fu inoltre difficile convincerlo visto che non aveva particolarmente amato l’originale. Naomi Watts era per Haneke l’attrice più importante, fondamentale per questo remake. Lei che rimase profondamente turbata aveva timore che il pubblico statunitense potesse non comprenderlo, ma conoscendo il lavoro del regista austriaco non fu difficile accettare. Un lavoro di scelta meticoloso fatto per tutto il cast.
Funny Games è un gioco che colpisce lo spettatore. Uno spettatore seduto sul divano dove nella calma del suo salottino rimarrà più sconvolto che mai.
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