PSICANALISI DI UNA FAMIGLIA, L’OPERA PIU’ COMPLESSA DI WES ANDERSON
Royal Tenembaum comprò la casa di Archer Avenue nel corso del 35esimo anno di età.
Royal non aveva grandi meriti. Anzi si direbbe che non ne avesse neanche uno. Adesso, l’ex celebre avvocato, oramai esautorato dalla sua carica e rimasto in carcere per un breve periodo, non gode più della fiducia della sua famiglia che non sente da tre anni. Costretto ad andare via dal lussuoso hotel del quale è stato ospite per ben 22 anni, si ritrova ansioso e impaurito alla finestra della camera d’albergo sapendo di doversi rimettere in gioco con la famiglia da tempo perduta. Tornando ai meriti di Royal, si potrebbe dire che tutto risiede nella fortunata genetica. Assieme alla splendida moglie archeologa, Etheline Tenembaum, dalla quale è separato da più 20 anni, ha infatti dato vita ai figli più geniali d’America. E per Etheline la cosa più importante era l’istruzione dei suoi figli. Il lavoro fatto fu così eccelso che tre prodigi in campi totalmente diversi hanno avuto modo di prosperare. E lei che non si risposò mai, ma che ebbe molti corteggiatori tra i più coraggiosi e intelligenti uomini del suo tempo, scrisse anche un libro al riguardo: “Famiglia di geni”.
Il giovanissimo riccioluto Chas Tenembaum ha un’ innata conoscenza del mondo finanziario, e l’ha sempre alimentata con un’ansiosa preparazione. Sosteneva le sue sessioni nel suo prematuro ufficio sostenuto da una tazza di caffè. Dopo essere entrato in affari alle medie allevando topi dalmata, gestì in adolescenza l’acquisto della casa estiva di Royal sull’isola di Eagle. Proprio dove quest’ultimo mancò ai suoi doveri di padre tradendolo e facendo sì che un piombino rimanesse per sempre incastrato tra due nocche della mano sinistra.
Margot Tenembaum ha lo sguardo fisso, perso e per lo più malinconico. E’ stata adottata e papà Royal non ha mai voluto che questo fosse un’anormalità. Forse è per questo che non mancava mai di ricordarlo davanti alla figlia, e in pubblico per giunta. Di enorme talento drammaturgico, e anche se la sprezzante opinione di Royal al riguardo non era molto confortante, vinse in prima liceo una borsa di studio di cinquantamila dollari. Da sempre in fuga dalla realtà, oltre a fuggire con la sua mente nelle sue opere, ha avuto esperienza di ripetute fughe fisiche, come la piccola scappatella con il fratellino Richie agli archivi pubblici della città, dove dormirono nella sezione africana, o come la sparizione all’età di 16 anni dalla quale tornò senza il dito della mano destra.
Richie Tenembaum era un piccolo prodigio del tennis. Già alle elementari aveva molti campionati vinti e inoltre non mancava di estro creativo. Limitato comunque a uniche rappresentazioni della sorella Margot. Possedeva inoltre il privilegio di passare il week-end con papà Royal tra scommesse di combattimenti illegali canini, che rinsaldavano il rapporto padre- figlio.
In poco più di vent’anni il talento creativo di questa famiglia è andato perduto, dopo innumerevoli tradimenti fallimenti e disastri. Grazie a dio però Pagoda è rimasto presenza fissa della famiglia più peculiare, potente e quanto mai fragile, del mondo cinematografico.
The Royal Tenembaums è l’opera di passaggio nella filmografia Andersoniana. Nel 2001 questo suo terzo lungometraggio calca e rende più che mai riconoscibile lo stile dell’oramai iconico regista Texano. Nel suo primo film con un cast stellare, Wes Anderson racconta di una famiglia. E lo fa a suo modo. Il suo ritmo poetico e pieno di realistica fantasia affronta la realtà più cruda e la incornicia con colori pastello. Ma i colori caldi e rassicuranti sono solo la più piccola parte di un impeto creativo che lascia innamorati come del primo grande amore.
Caratteri potenti sono i figli di questa mente creativa. L’odio, la delusione, e la rassegnazione vivono in questi figli orfani morali di un padre egoista e assente. La compensazione di un successo enorme, per quanto precoce e breve, non basta a salvare questi figli dalle loro ansie, dalle loro paure e dalla loro malinconia solitaria. I problemi vengono affrontati nel modo peggiore negandosi, aggredendo e isolandosi.
Tragici quindi sono gli avvenimenti di tradimenti, bugie e infimi contrasti. Ma qualcosa li salva dalla convenzionale tragedia greca. L’umorismo bambinesco, sagace e pungente assieme a uno sguardo perennemente incantatore e ottimista guarda a questa realtà filmica e ne cambia la percezione in maniera rivoluzionaria. Ma anche così non perde la sua carica tragica, resa più attraente ma non per questo meno efficace. Un ottimismo che lascia qualunque peccatore privo di peccato e qualunque colpevole privo di colpa.
Il ritmo musicale è un compendio dei più grandi successi degli anni ’60- ’70 in compagnia dei pezzi originali di Mark Mothersbaurgh. Da sempre parte essenziale e minuziosamente curata della sua filmografia.
Quest’epopea familiare, tra le più grandi, complesse e romantiche mai narrate, è senza ombra di dubbio la vicenda cinematografica più amata tra i fidati seguaci del regista e per molti ha rappresentato il primo approccio a questo autore dallo stile unico. Wes Anderson è un maestro di una profondità ancora troppo poco apprezzato. La sua precisione maniacale non si ferma all’estetica così attraente ma si estende ai più livelli presenti nella profondità delle sue sceneggiature. Il suo umorismo mai scontato e disincantato circonda una comprensione approfondita dell’animo e della psiche umana. Questo fa di Anderson uno dei più grandi registi viventi, al di là del suo stile esteticamente sublime e della sua poetica così amata.