LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SULL’ “INVISIBILE” ENDOMETRIOSI
In Italia soffrono di Endometriosi, il cosiddetto “male invisibile“, circa tre milioni di donne e 180 nel mondo. Uno studio europeo dichiara che almeno 5 giorni lavorativi al mese sono persi a causa dei vari sintomi dolorosi; il 14% delle donne affette dalla malattia ha ridotto l’orario di lavoro; stessa percentuale per chi ha addirittura perso, o è stata costretta ad abbandonare, l’attività lavorativa; il 40% teme di parlare della propria malattia al datore di lavoro per paure delle conseguenze.
Numeri che servono a riportare statisticamente la portata del problema, e a presentare, soprattutto, la disinformazione che circonda tale condizione, che arriva a colpire almeno una donna su dieci in età riproduttiva. La campagna di sensibilizzazione di Cgil e Slc, già avviata nel corso del convegno “Endometriosi e lavoro. Tra discriminazioni e contraddizioni” dello scorso 31 Marzo a Roma, mira appunto a focalizzare l’attenzione su una realtà ancora così incredibilmente poco conosciuta, nonostante la gravosità che la malattia apporta su diversità aspetti della vita quotidiana, lavorativa ed emotiva. Ciò che si evince infatti, in maniera piuttosto significativa, dalle interviste realizzate per l’occasione, non sono solo i comunque problematici disturbi fisici, che vanno dalla fertilità alla stessa cronicità invalidante della malattia, ma purtroppo l’ignoranza dei medici, i pregiudizi della società e la deprecabile assenza di diritti sanitari e lavorativi.
“Il miglior modo per combattere un male invisibile è portarlo alla luce.” Questa la dichiarazione d’intenti dei realizzatori della docufiction, prodotta sempre dall’ente nazionale del Sindacato Lavoratori Comunicazione e patrocinata dall’Associazione ARIANNe Onlus, con il cruciale contributo tecnico dei registi Matteo Bruno e Marco Luca Cattaneo. L’obiettivo è così quello di diffondere la conoscenza avvalendosi del mezzo visivo, sperando nella sua capacità di suscitare spesso una notevole quanto immediata empatia nel fruitore. Il male invisibile si muove attraverso il racconto di storie diverse, in particolare di tre donne colte in altrettante differenti età, costrette ad affrontare la malattia sullo sfondo del reparto di ginecologia di un ospedale. Il progetto divulgativo parte col mettere in scena la scoperta del malessere, insieme alla paura, la confusione e l’angoscia che comporta, per poi andare a toccare la vita di coppia e la complicata maternità, fino alla controversa attività professionale.