UN NUOVO PROGETTO PER LA LEGGENDA DELL’ANIMAZIONE ORIENTALE
Oramai sono passati quasi due anni da quel Festival di Venezia in cui lo Studio Ghibli, in occasione della proiezione del film The Wind Rises – Kaze Tachinu, annunciava il ritiro “dalle scene” dell’amato autore giapponese Hayao Miyazaki. Un pensionamento questo che ha finito col sancire la fine di un’era, con tanto di pausa produttiva, per lo studio d’animazione da lui stesso fondato, oltre alla disperazione mista a rammarico dei tanti numerosi ammiratori e appassionati delle opere del “maestro” sparsi in tutto il mondo.
Sulla sua sofferta decisione Miyazaki è pure tornato a parlarne non tanto tempo fa, precisamente alla fine dell’anno scorso, mentre riceveva un premio alla carriera negli Stati Uniti. In dato evento l’autore di Nausicaa della Valle del vento e de La Città Incantata confermava il suo pensionamento nel campo dei lungometraggi, con dichiarazioni forti in merito al futuro dell’animazione tradizionale: “Penso che l’epoca delle matite, della carta e della pellicola sia giunta alla fine”. Eppure, qualche mese prima, lo storico produttore dello Studio Ghibli Toshio Suzuki ne preventivava un possibile ritorno: “potrebbe fare ancora qualcosa di nuovo”, spiegando però che si trattava di una sua ipotesi, e, in caso, avrebbe comunque visto un impegno temporaneo.
A proposito delle dinamiche interne allo studio e ai suoi progetti futuri, Suzuki rilasciava poi importanti, e a questo punto profetiche, parole: “Stiamo cercando di cambiare il nostro modo di lavorare […] Siamo arrivati ad un punto in cui dobbiamo pensare a cosa fare in futuro”. Ed è così che quel momento è finalmente arrivato, visto che la notizia fresca di giornata è che Miyazaki è già al lavoro di un cortometraggio da realizzare in computer grafica. La “nuova animazione” sembra aver così colpito anche uno dei colossi della “vecchia” generazione, con un progetto che seguirà la storia di un bruco di nome Boro, della durata di 10 minuti circa, e che sarà proiettato nel Museo dello Studio Ghibli. D’altro canto, in tempi recenti, il figlio Goro raccontava di vedere il padre “annoiato” al solo badare al Museo e che aveva bisogno di “qualcosa di pratico”. Di certo, anche dal nostro punto di vista, non poteva trovare un intrattenimento migliore.