La filmografia di Rian Johnson

RIAN JOHNSON, REGISTA VERSATILE ALLA CONQUISTA DI STAR WARS

Rian JohnsonNon c’è alcun dubbio sul fatto che, nei prossimi anni, il lavoro di Rian Johnson sia destinato a diventare celeberrimo o famigerato. Il regista è infatti il creatore designato per scrivere e girare l’ottavo episodio della saga di Star Wars, che arriverà al cinema nel 2017. La sua carriera è decollata in fretta: entrato nel mondo del cinema da soli dieci anni, Johnson al momento vanta la paternità di tre pellicole molto diverse tra loro.

Il film d’esordio, Brick, esce nel 2005 e attira da subito l’attenzione dei critici vincendo il premio per la visione più originale al Sundance Film Festival. La vicenda è al tempo stesso un omaggio e una brillante rilettura dei romanzi di Dashiell Hammett, amatissimo dal regista: i personaggi tipici e tutte le situazioni caratteristiche del giallo hard boiled vengono trasferiti nell’ambiente liceale della piccola San Clemente in California, città natale di Johnson. Un giovane Joseph Gordon-Levitt cerca così di svelare il mistero intorno alla morte della sua ex ragazza, districandosi tra femmes fatales, cazzotti e “mattoni” di eroina.

La sceneggiatura incalzante, insieme alle ottime interpretazioni e a una colonna sonora molto originale (composta dal fratello del regista), danno vita a un piccolo cult per gli amanti del genere e garantiscono a Rian Johnson per il suo progetto successivo grandi cifre e ancor più grandi nomi. Nel cast di The Brothers Bloom (2008) troviamo infatti in primo piano Adrien Brody, Mark Ruffalo e Rachel Weisz. Nel suo ultimo ruolo cinematografico compare anche Maximilian Schell, mentre accanto ai protagonisti brillano in due divertenti ruoli Rinko Kikuchi e Robbie Coltrane. Non manca infine un cameo di Joseph Gordon-Levitt.

I fratelli Stephen e Bloom sono una coppia di abilissimi truffatori da sempre, ma, quando Bloom decide di cambiare vita, Stephen lo convince a mettere in scena un’ultima, perfetta truffa approfittando della ricca e reclusa ereditiera Penelope Stamp: comincia così per il terzetto una girandola di bugie, stratagemmi ed esplosioni intorno al mondo. Lo stile di Johnson si riconosce nel ritmo e nella sceneggiatura serrati, a metà tra il surreale e il nostalgico per i vecchi film di genere. Il regista si è detto influenzato soprattutto da Paper Moon, il film del 1973 diretto da Peter Bogdanovich in cui la coppia di truffatori era interpretata da Ryan O’Neal e sua figlia.

Purtroppo The Brothers Bloom non riscuote il successo sperato tra critica e pubblico, incassando a malapena un quarto dei suoi costi di produzione. Un risultato opposto rispetto a quello ottenuto dalla terza pellicola di Johnson: nel 2012 Looper sbanca infatti botteghini di tutto il mondo e riesce a entusiasmare i suoi spettatori.

Questa volta il regista mescola i caratteri tipici della fantascienza e dell’action movie, rappresentando un ipotetico futuro in cui il viaggio nel tempo permette alla criminalità organizzata di far sparire le proprie vittime nel passato senza lasciare tracce. Il film dimostra nuovamente l’abilità di Johnson nel trovare letture originali per elementi narrativi già consolidati, così come la sua versatilità nel confrontarsi con generi diversi. Non resta che vedere se il regista saprà reinventare con altrettanta fortuna l’eredità di George Lucas.

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