Matthew Broderick è Ferris Bueller

LA VITA SCAPPA VIA IN FRETTA. SE UNO NON SI FERMA E NON SI GUARDA ATTORNO, RISCHIA DI SPRECARLA.

large_kto49vDiSzooEdy4WQH2RtaC9oPCome una bomba a orologeria, il detonatore della comicità brillante e coinvolgente di John Hughes si innesca, e il tempo dato alla sua esplosione è veramente poco.

Ferris Bueller ha bisogno di un giorno di riposo. Deve riprendersi dalle fatiche scolastiche. Ma per farlo deve eludere il controllo dei genitori. Il piano deve, così, essere perfetto. Simulare un malore può essere la soluzione, ma per farlo bisogna farlo bene. Le indicazioni sono poche e semplici: simulare dei crampi allo stomaco, gemere e lamentarsi, leccarsi i palmi delle mani. Queste precauzioni possono essere vincenti, preferibili ad una banale e grave febbre, che potrebbe portare all’indesiderato dottore mandando in fumo tutto il piano. Ma Ferris non fa di questi errori, anzi non fa alcun errore. Con lui ogni situazione, anche la più rischiosa, è sotto controllo. E nel suo flusso di coscienza, tutto diretto allo spettatore, di fronte alla macchina da presa, racconta brillantemente come fare per cavarsela, quali sono le sue tecniche e, come novello filosofo, dispensa perle di saggezza sulla vita.

La Pazza Giornata di Vacanza di Ferris o se vogliamo essere più precisi, il Ferris Bueller’s Day Off deve avere un corso ben preciso:

1. Evitare la scuola, facendo credere ai propri genitori che il loro adorato figliolo non sia neanche in grado di scendere dal letto.

2. Recuperare il realmente malato migliore amico, Cameron.

3. Far evadere dalle mura scolastiche la fidanzata Sloane.

4. Far credere al preside Rooney di essere realmente malato.

5. Uscire per le strade di Chicago e godersi la più pazza giornata di Vacanza mai realizzata.

Un piano perfetto, ma tutto andrà effettivamente come pianificato?

roprE’ incredibile quanto John Hughes sia eclettico nel trattare sempre lo stesso argomento: i giovani, o per meglio dire i teenagers. Dopo Breakfast Club e Sixteen Candles e La donna esplosiva, torna alla regia con Ferris Bueller’s Day Off e il suo umorismo trova qui l’eccentrico e brillante fiume da seguire per poi romperne gli argini. E perfetto e brillante interprete, ne è senza ombra di dubbio Matthew Broderick. Qui nel suo ruolo più celebrato, all’età di soli 23 anni, mostra la capacità di entrare in grande simpatia con il pubblico, specialmente con quello più giovane. Il suo charme è grande e il suo sguardo furbo si accosta al sorriso di chi vuole godersi la vita. Ferris incarna tutte le vittorie contro l’autorità adulta. Questo conflitto è sempre presente nelle opere di Hughes. E questa volta si è voluto munire di un quasi invicibile “guy” che sappia come destreggiarsi tra gli ostacoli che la vita adulta gli impone. Un eroe generazionale che combatte al ritmo di bonarie falsità, ingegnose truffe e fantasiosi escamotage per sfuggire al controllo dell’autorità. Ciò che fa non sempre è corretto ma in virtù della sua giovane età tutto rimane pieno di una simpatica incolpevolezza.

Il regista aveva in mente fin dall’inizio il futuro idolo dei teenagers, anche se i suoi casting directors presero in considerazione  John Cusack per la parte, ma Broderick si è mostrato perfetto eroe generazionale che ha saputo difendere a spada tratta i suoi giovani coetanei.

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