Minions: recensione film

CON QUESTO FILM I MINIONS PASSANO DA ESSERE SPALLE A VERI RE

Locandina MinionsGENERE: animazione

DURATA: 91 minuti

USCITA IN SALA: 27 agosto 2015

VOTO: 3 su 5

Sono piccoli, gialli e hanno un debole per i cattivi: li abbiamo già conosciuti in due precedenti film d’animazione (Cattivissimo Me e Cattivissimo Me 2) che gli hanno conferito la fama che meritano, perché loro, i Minions, sono riusciti a conquistare i cuori degli spettatori tanto da meritarsi un lungometraggio da protagonisti diretto da Pierre Coffin e Kyle Balda. Ma come è iniziata la loro storia?

Con un excursus che parte dalla creazione del mondo e dalla nascita della vita, passando per epoche più o meno lontane, il film mostra l’evoluzione dei Minions attraverso i secoli. Il loro punto debole? Prediligere i cattivi e sottomettersi al loro potere, questione che ben presto diventa fondamentale, anzi vitale. È così che l’incontro con il T-rex, i faraoni, Napoleone, il conte Dracula, l’Uomo delle nevi dà la loro la felicità, anche se non per sempre. Ad un certo punto infatti si ritrovano sempre sventuratamente soli. È così che Kevin in compagnia di Stuart e Bob, pianifica un viaggio che li porterà prima negli Stati Uniti e poi in Gran Bretagna, per trovare e servire il più cattivo del mondo, anzi la più cattiva: Scarlet Sterminator.

È quindi, quella dei Minions, una storia che inizia ben prima di Gru, che compare in un simpatico quanto profetico e apprezzato cameo nel finale del film. Tutto è raccontato con ironia e simpatia, non mancano le risate scatenate dalle numerose scene dall’impatto comico immediato, che la fanno da padrone, come non sono rari neanche i momenti di tenerezza. È bello soprattutto trovarsi davanti ad una trama che sia tale, difficile solitamente in queste circostanze nonché in un film con personaggi già lanciati come spalla in precedenza. La trama dello spin off non si ferma al loro peregrinare alla ricerca della cattiva, ma si evolve con il loro incontro in una serie di situazioni che sfociano nel nonsense, vera carta vincente del film.

La stessa figura di Scarlet Sterminator, doppiata nella versione originale da Sandra Bullock e in quella italiana da Luciana Littizzetto, è costruita con arguzia e resa ancor più di spessore grazie al rapporto con il marito Herb (Jon Hamm/Fabio Fazio): viene messa in scena una relazione perfetta a tutti gli effetti, in cui regna l’amore di coppia incondizionato e disinteressato, e verrebbe quasi da dire che si dovrebbe prenderli d’esempio se non fosse per il loro animo malvagio.

I Minions, come tutti abbiamo imparato, non parlano, o meglio fanno uso di uno strano linguaggio che è la fusione di vocaboli pescati da lingue diverse e utilizzati al di fuori del loro contesto originario. Quello che stupisce è come tutto ciò non annoi lo spettatore nonostante la durata del film; l’incomprensione verbale non lo allontana, al contrario lo travolge e incuriosisce, e si rafforza di senso grazie alla meravigliosa mimica di cui sono dotati questi esserini gialli amanti delle banane. Non ci viene quindi da chiederci cosa mai possano significare le parole “Kumbaya” o “Boo ya”, perché è intuibile e paradossalmente comico sia il fatto che loro le pronuncino, sia che noi le intendiamo.

Interessantissime le citazioni disseminate lungo tutto il lungometraggio, come anche la scelta musicale, che propone alcuni dei maggiori successi degli anni Sessanta, epoca in cui si svolge gran parte della storia: Got to Get You Into My Life dei Beatles (omaggiati tra l’altro con una citazione del famoso attraversamento di Abbey Road), Purple Haze di Jimi Hendrix, Happy Together dei Turtles, I am a Man di The Spencer Davis Group, You Really Got Me dei Kinks, My Generation degli Who e l’azzeccatissima Mellow Yellow di Donovan, tutte scelte che rendono ancor più vibranti le scene chiave del film.

Insomma, Minions non rimarrà solo un’uscita estiva del 2015, ma conquisterà tutta la famiglia.

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