La Mamma al Cinema: Venezia 72

LA MAMMA APPRODA AL FESTIVAL E SI METTE SUBITO IN “MOSTRA”

everestVenezia è sempre Venezia. E se ci si viene per il Festival non si ha il tempo di goderne appieno. Quindi deve valere la pena stare chiusi in sala proiezione con tanta bellezza là fuori. Nonostante le solite critiche e lamentele, il vecchio Festival, giunto alla 72esima edizione, offre ogni anno un programma di buona qualità, sia in concorso che nelle sezioni parallele, Orizzonti e Giornate degli Autori.

Si inizia con l’atteso Everest, il film di Baltasar Kormakur, in 3D, con un cast stellare: Josh Brolin, Jake Gyllenhall, Emily Watson, Keira Knightly, Jason Clarke, John Hawkes, Robin Wright. Ed è subito gelo, in tutti i sensi. Gli effetti speciali e il 3D rendono le tempeste di neve e gelo particolarmente efficaci, gli attori sono tutti di altissimo livello. Ma la reazione della stampa è piuttosto fredda. Perché nonostante i super effetti e la bravura degli interpreti, nonostante sia una storia vera (presenti a Venezia anche alcuni dei sopravvissuti alla spedizione turistica sull’Everest del 1996 in cui persero la vita diversi escursionisti), il film non prende una direzione precisa.

Ci sono i personaggi con la loro interiorità, si intravede la volontà del regista di portare sullo schermo il lato emotivo, ma senza andare fino in fondo. Questi tratti restano accennati e si percepisce una sorta di equilibrio tra l’action movie con momenti adrenalinici ben riusciti e il tentativo di approfondire il risvolto umano. Ci voleva un po’ piu’ di coraggio forse, e meno attenzione al mercato. Per quanto ci si possa commuovere e il tema delle vette da scalare sia universale.

All’uscita del film sono stata intervistata da una nota agenzia di stampa cinese (si, anche noi giornalisti veniamo intervistati!) e (in italiano) mi è stato chiesto se mai scalerei l’Everest. Certo che no. Seppur le immagini di quella natura senza limiti mi abbiano conquistata, no che non lo scalerei, ma ho risposto che il tema secondo me è un altro, cioè la sfida. Ognuno di noi, credo e spero, ha il proprio Everest da scalare, ed è bene che lo faccia.

Scalda invece le mani con gli applausi a fine proiezione Un monstruo de mil cabezas (Orizzonti) di Rodrigo Plà. Nato dal romanzo della moglie, la sceneggiatrice Laura Santullo, con cui il cineasta messicano realizza tutti i suoi lavori, il film racconta una storia che sfiora la follia, ma nascendo dalla quotidianità, e mantenendone i toni, che passano dal drammatico all’ironico, come capita nella realtà. Girato seguendo i punti di vista di diversi personaggi, con un processo in tribunale che fa da sfondo (si sente ma non si vede mai) la quarta opera di Plà risulta incalzante, coinvolgente, spiazzante quanto basta per uscire veramente soddisfatti dalla proiezione.

Il regista racconta come, in sei mesi, abbiano lavorato alla sceneggiatura e ai personaggi partendo dal romanzo e dalle improvvisazioni degli attori, tra cui la protagonista, la talentuosa attrice di teatro Jana Raluy. Come prima giornata può andare, anche se scalpito per vedere il film di Cary Fukunaga, il regista della prima serie di True Detective dal titolo Beasts of no nation. A presto, dal Lido!

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Ylenia Politano, giornalista, si occupa da diversi anni di cultura, lifestyle e cinema. Mamma di tre creature e moglie di un attore, tra un asilo, uno scuolabus, una piscina e feste con 20 bambini di età compresa tra 1 e 9 anni, torna al suo primo amore, il cinema. Interviste, recensioni, riflessioni. Grandi maestri e nuovi talenti. Incursioni qua e là. Set, anteprime, backstage. Quando la mamma non c’è…”la mamma è al cinema!”