LA BELLEZZA DELLE EMOZIONI ANCHE NELLA VITA PIÙ CRUDELE
Presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Venezia, il film Non essere cattivo di Claudio Caligari, regista “fuori dai salotti” che aveva realizzato altri due film – Amore tossico e L’odore della notte, scomparso a maggio scorso, è stato accolto da pubblico e critica con grande entusiasmo. E giustamente.
Finalmente, mi verrebbe da dire, un film italiano che non strizza l’occhio a nessuno, che non pretende di essere impegnato, “alto”; che non pretende, ma semplicente racconta. In Non essere cattivo si fa un salto negli anni novanta dalla prima inquadratura. Entri in quella borgata, nel 1995, e ne esci solo quando si riaccendono le luci in sala. Il cinema non dovrebbe forse essere questo? Che bello, pensi. Ho vissuto queste vite incartate, ho riso, mi sono commossa, mi sono incazzata. Ho pensato “no ti prego”, e “vai dai, vai, fallo”. Ho tifato per Cesare e Vittorio, non li ho giudicati. Perché erano veri. Che magia.
Il film è ben scritto (Claudio Caligari, Francesca Serafini, Giordano Meacci), ben girato, recitato così bene che se non sapessi che sono attori giureresti che sono quelle persone là, come se per magia una macchina da presa avesse fatto un balzo all’indietro, e si fosse trovata di fronte alla spiaggia di Ostia, 1995.
Luca Marinelli e Alessandro Borghi sono due attori bravi, facce forti. Due attori che hanno avuto la fortuna di imbattersi in un film onesto, senza orpelli stilistici, un film che vuole raccontare, senza giudicare. Accanto a loro Silvia D’Amico e Roberta Mattei, ottime attrici e bellezze non scontate. Non essere cattivo però non è solo la storia di vite vissute al limite, di droghe tagliate male e sintetiche che agguantano il cervello e non lo lasciano più, di una periferia territoriale e sociale che spesso preferiamo non vedere. È soprattutto una storia d’amore e amicizia, fratellanza e solitudini.
Vittorio e Cesare azzannano la vita, insieme. E quando la vita li morde, rispondono. Ci sono sguardi e abbracci tra loro, così emozionanti, che spero ognuno di noi abbia provato nella propria vita. Bravo Valerio Mastandrea che si è impegnato produttivamente, lungimiranti i distributori di Good Films che hanno colto il valore dell’opera postuma di Caligari. Peccato non fosse in concorso al festival. Ma si sa, alcuni film “sono da concorso”, altri no. E lo scrivo senza polemica. Tanto è poi il pubblico a decidere chi vince. E con Non essere cattivo, si spengono le luci in sala, inizia, e tu ci credi: ecco la magia del cinema.