ALASKA INTENSO ED ECCELSO MELO’ APPESANTITO DAL TROPPO DRAMMA
DURATA: 125′
USCITA IN SALA: 5 Novembre 2015
VOTO: 3 su 5
Claudio Cupellini ha dimostrato negli anni di saperci fare con il cinema come con la tv. Ha realizzato una commedia diretta al sociale (Lezioni di Cioccolato), una storia di criminalità originale (Una Vita Tranquilla) e la pluripremiata serie Gomorra, in collaborazione con Stefano Sollima e Francesca Comencini. La sua ultima fatica, Alaska, è stata presentata in concorso alla Festa del cinema di Roma e ha lasciato nel cuore del pubblico indecisione nell’ amare fino in fondo o no, tale opera.
Fausto (Elio Germano) è italiano e a Parigi lavora come cameriere per uno dei più grandi hotel di lusso. Nadine (Astrid Berges-Frisbey) è francese e la sua bellezza l’ha portata a sostenere in quello stesso hotel, un provino per diventare modella. L’incontro sarà casuale ma i due si troveranno le loro vite per sempre legate da un doppio filo.
Alaska è un’opera più complessa di quello che sembra. Le sfaccettature tecniche e di intenzione che la caratterizzano sono talmente tante e ampie che non permettono un univoco giudizio. Le capacità tecniche alla base del film non sono da mettere in dubbio. La fotografia curata da Gergely Pohàrnok è attraente e di grande respiro, la regia assieme alla recitazione di tutti gli attori è eccelsa, (tra tutti Elio Germano e un ancora poco conosciuto Valerio Binasco). E quindi non è ovviamente da affidare a queste il grande dubbio che si para di fronte allo spettatore.
Il film di Cupellini ha certamente una struttura narrativa interessante. L’autore gioca con lo spettatore, giostrando la narrazione, e destinandola ad una direzione per poi cambiarne improvvisamente l’oggetto d’interesse. Mostra lo scontro per creare l’amicizia, incontra la delusione di un amore per rivelarlo essere poi quello solo e unico, il più grande. Questo andare avanti ma tornare indietro, questo mostrare per poi nascondere, scontrare per poi solo amare, dà grande spessore e non convenzionalità a questo melò. Una qualità che ancor di più fa gridare al ‘Peccato!’. Peccato che il tutto rimanga appesantito da una quantità eccessiva di dramma. Un dramma giustificato forse dall’esigenza di dover chiudere la vicenda in modo circolare, ma che lascia spazio ad una certa insofferenza, arrestata solo di fronte alla qualità del film. Non da meno è il doppio filo che lega i due destini protagonisti. Legame che li fa scontrare e contrapporre, donando ad uno la gioia e all’altro l’infelicità, ad uno la sfortuna e all’altro il successo. Un doppio filo che ci rimanda ad una situazione già vista nel principio, ma che con più maturità viene vissuta da entrambi i protagonisti.
Alaska è un film da vedere per chi ama le storie d’amore e i forti drammi. Ma anche per chi apprezza il buon cinema che a volte commette i suoi errori, anche se in buona fede.