CRONACA DI UN ASSASSINIO, NOIR OPERA PRIMA DI ALLEN BARON
È tutto completamente nero. Poi, lentamente, un piccolo puntino bianco inizia a comparire al centro dello schermo. La fonte di luce aumenta e il punto bianco si allarga. L’urlo di un neonato e poi una voce rauca fuoricampo annuncia: “…You were born with hate and anger built in. Took a slap on the backside to blast out the scream. And then you knew you were alive/Sei nato con l’odio e la rabbia dentro di te. Hai preso uno schiaffo sulla schiena per emettere l’urlo. E a quel punto sapevi di essere vivo… ”. La piccola macchia bianca sullo schermo inizia a prendere forma: è la luce alla fine di un tunnel. Mentre il treno corre a pazza velocità verso l’uscita, la voce continua: “…later you learned to hold back the scream and let out the hate and anger in another way/Successivamente hai imparato a trattenere gli urli e far fuoriuscire l’odio e la rabbia in un altro modo…”.
È la sequenza iniziale di Cronaca di un assassinio che precede i titoli di testa del film. Si tratta di una scena geniale, colma di drammaticità, che introduce perfettamente la storia creando un’atmosfera che consegna allo spettatore un senso di inquietudine e disorientamento che lo accompagnerà per l’intera durata del film.
Cronaca di un assassinio (Blast of Silence) è un film del 1961 scritto e diretto da Allen Baron. È l’opera prima del regista statunitense che, con l’aiuto di pochi amici e collaboratori, riesce a realizzare il suo primo film con il minimo indispensabile di attrezzatura e di denaro.
All’inizio del film ci viene presentato Frankie Bono (interpretato dallo stesso Baron, per motivi di budget), un assassino professionista che arriva a New York durante il periodo natalizio con l’incarico di assassinare Troiano, un pezzo grosso della malavita locale. Mentre si prepara a compiere il delitto, incontra per caso una sua vecchia fiamma dei tempi dell’infanzia, quando si trovava ancora all’orfanatrofio. A questo punto, preso da un forte senso di solitudine e alienazione nonché timoroso di cadere totalmente preda dell’odio che prova verso il resto del mondo, Frankie abbassa la guardia e permette alla sua vita privata di sovrapporsi alla sua vita professionale. Si tratta di un errore imperdonabile e le conseguenze saranno fatali.
L’obiettivo di Frankie è quello di uccidere Troiano. Ma nel film l’uccisione sembra quasi passare in secondo piano e perdere d’importanza. All’atto vero e proprio viene dedicato pochissimo tempo. Accade improvvisamente ed in un attimo tutto è già finito. Infatti, per Frankie la vera sfida consiste in tutte quelle piccole, ma altrettanto importanti, azioni che precedono e seguono l’utilizzo della pistola.
Cronaca di un assassinio consiste nell’analisi penetrante e dettagliata del personaggio di Frankie: dalla sua condizione di orfano a quella di sicario. Il film si concentra sul personaggio ed il suo rapporto perennemente in conflitto con il mondo esterno e quindi con le varie persone che incontra: dal suo mandante, a Ralph, il grassone, amante di ratti che gli procurerà una pistola, a Lori, la ragazza affascinante che non incontrava da quando aveva lasciato l’orfanatrofio. E’ proprio l’ enfasi che viene data alla realizzazione del ritratto del personaggio a rendere unico il film.
Una voce fuoricampo accompagna le azioni di Frankie durante tutto la storia. Stranamente coniugata in seconda persona, la voce fuori campo evidenzia una natura ambigua che sembra provenire a volte da Frankie stesso, altre volte da un’entità sovrannaturale. Tramite essa veniamo direttamente a conoscenza dei pensieri, delle emozioni, delle paure e delle ossessioni del personaggio. La voce risuona opprimente, tetra e distaccata, sottolineando la condizione irrimediabile e disperata di Frankie.
Cronaca di un assassinio è un film poco conosciuto anche tra gli amanti del genere. In esso sono presenti alcune scene stupefacenti per la loro innovazione e freschezza, considerato l’anno in cui è stato realizzato. Tutt’ora fonte d’ispirazione per numerosi registi, si tratta di un thriller vivace, brutale ed esteticamente elegante; ingiustamente sottovalutato, merita un posto di primo ordine nella storia del cinema noir.