ELLEN PAGE E IL REGISTA PETER SOLLET HANNO INCONTRATO LA STAMPA PER IL FILM FREEHELD
In occasione della presentazione del film Freeheld al Roma Film festival, abbiamo incontrato il regista Peter Sollet e una delle protagoniste, Ellen Page, in conferenza stampa, dove hanno risposto alle domande dei giornalisti riguardo la pellicola. Ecco com’è andata. Il film racconta la vera storia di una detective della polizia, Laurel Hester, a cui viene diagnosticato il cancro, e della sua lotta contro la contea per ottenere il diritto di poter destinare la sua pensione alla sua compagna, Stacie Andree al fine di garantirne la casa e il futuro. La sua richiesta verrà respinta ma Laurel non rinuncerà a lottare per i suoi diritti.
Freeheld è tratto dall’omonimo documentario. Che rapporto c’è stato e qual è stato il contributo della vera Stacie nel film? Ellen Page ha incontrato la donna?
Peter Sollet: Sì, abbiamo lavorato con persone reali. Stacie è una persona meravigliosa. Penso che l’emotività che c’è nel film derivi strettamente dalla situazione reale e che sarebbe vigliacco evitarla nella finzione e credo che il pubblico dovrebbe farla propria, così come succede anche nella vita.
Ellen Page: Stacie è stata molto disponibile con tutti noi. Ha parlato della sua esperienza, abbiamo passato del tempo insieme nella sua casa e nella sua comunità. Per me conoscerla è stato fondamentale, ho visto un sacco di volte il documentario ma niente è stato paragonabile al tempo trascorso con lei.
Quanto ha influito l’impatto emotivo della sua storia nella sua decisione di fare outing? Ha temuto che potesse avere delle ripercussioni negative nella sua carriera di attrice?
Page: Laurel e Stacie hanno avuto un grande impatto su di me. Mi hanno ispirato a fare la cosa giusta anche per il mio benessere emotivo. Ho scoperto che stare nascosta influiva molto più negativamente sulla mia carriera, mi rattristava e mi impediva di crescere e di fare chiarezza nei rapporti con gli altri. Uscire allo scoperto per me è stato soltanto positivo.
Ci sono state delle scene particolarmente difficili da girare?
Page: Ogni scena è stata particolarmente difficile, soprattutto dover rappresentare la tristezza di una persona che vede morire l’amore della sua vita. Avevamo una troupe particolarmente attenta e sensibile, abbiamo girato con un piano di lavorazione molto stretto ma c’è stata una partecipazione molto commovente da parte di tutti.
Come siete riusciti a ricreare questo senso di intimità così reale tra Ellen e Julianne?
Page: Julianne e io abbiamo legato fin da subito. Lavorare con lei è un’esperienza fantastica; è generosa, ed è stato facile abbracciarsi e toccarci sul set. Interagivamo e siamo diventate molto amiche. E’ stata una fortuna poter far questo in maniera naturale.
Come avete lavorato per il contrasto con il personaggio di Steve Carell, un attivista gay convinto e ironico, rispetto ai toni drammatici del film?
Sollet: Steve è un ottimo attore che non ha bisogno di molto aiuto e si è preparato passando del tempo con Steve Goldstein, che è un provocatore e vuole creare problemi in modo che si parli della causa, una strategia che funziona molto bene in politica. In realtà lui è molto più chiassoso di come lo fa vedere Steve. Anzi, è stato l’unico caso in cui uno dei protagonisti è rimasto un po’ scontento dell’attore perché secondo lui Steve doveva fare di più, esagerare di più. In realtà lui è convinto che questa fosse la sua storia, mentre per noi era la storia di Laurie e Stacie, per cui siamo stati molto felici di poter avere Steve, che non si è lasciato influenzare.
Il film narra la storia d’amore tra due donne, ma anche tra una comunità che si riunisce per lottare per l’uguaglianza. Volevate sottolineare questo in Freeheld?
Page: In realtà no. Per Laurel, combattere voleva dire ottenere parità di diritti per i gay, per Steve era solo ottenere il matrimonio.
Ellen, sei in uno dei pochi paesi occidentali dove ancora non c’è una legge a tutela delle persone LGTB. Cosa diresti a questi politici?
Page: Il cambiamento è inevitabile, proprio come avete visto in America. E’ incredibile ciò che succede. Prima non si pensava neanche che il matrimonio potesse far parte di una conversazione. Ci sono sempre state persone omosessuali e ci saranno sempre. C’è ancora molto da fare, ci sono ancora discriminazioni, ma non c’è modo di fermare l’avanzata di questi diritti e vorrei che la gente dunque si levasse il pensiero il prima possibile, perché ci sono sempre state persone gay e trans e dunque è l’ora di darsi una mossa, perché l’uguaglianza serve davvero a tutti.
Un film come Freeheld può contribuire a cambiare coscienza sull’argomento?
Sollet: Non penso che il film possa cambiare il mondo, ma mi auguro che faccia riflettere il pubblico e fare entrare nella vita di persone a cui non si sarebbe altrimenti avvicinato, ed entrare nei panni di qualcuno e cambiare così un po’ il suo modo di vedere.
Ellen, continuerai ad occuparti dei diritti LGTB nei tuoi film?
Ellen: Sì, certamente. Voglio continuare a produrre e recitare per raccontare storie LGTB.