SIATE PRONTI A GAG E TANTO DIVERTIMENTO: PAROLA DI MAMMA AL CINEMA
Da settimane in vetta al botteghino, Inside Out, già diventato cult seppur ancora in sala e oggetto di attenzione di analisi sociologiche e filosofiche, viene “raggiunto” da un altro film di animazione che farà grandi numeri: Hotel Transylvania 2. Se infatti già il primo ci aveva divertiti, il secondo mette in campo anche un paio di tematiche family e sociali da non sottovalutare. La base è sempre la stessa: immaginiamo di vivere in un mondo rovesciato, in cui i mostri hanno paura degli umani. Poi, grazie all’amore di due giovani (una vampira e un ragazzo) i due mondi si incontrano e sono costretti ad un avvicinamento e a conoscersi, scrutarsi e perché no, condividere qualcosa di grande, come l’amore.
La seconda “puntata” di Hotel Transylvania, su questo presupposto, costruisce un’avventura che coinvolge davvero tutta la famiglia. Il pupo in questione, Dennis, nato dal matrimonio tra Mavis e Jonathan il cui amore appunto supera le differenze, scatena le apprensioni e attenzioni dei nonni, che lo vogliono umano o vampiro. In una famiglia super moderna e contemporanea, i giovani genitori partono per un breve viaggio e affidano il piccolo al nonno, che in preda alla smania di vedere il nipote appartenente alla stirpe dei vampiri intraprende a sua volta un viaggio di iniziazione del nipote, di nascosto dai genitori, accompagnato da uno sgangherato gruppo di mostri arrugginiti che non farebbero paura nemmeno ad un lattante.
E così entrano in gioco molti “protagonisti”: il senso di inadeguatezza della giovane vampira, il pregiudizio che chi si crede “ normale” ha verso chi è apparentemente diverso, l’ingerenza eccessiva che a volte i genitori involontariamente praticano verso i figli, quel senso di aspettativa verso gli altri che fa perdere di vista le cose importanti, come l’affetto e l’accettazione dell’altro da noi. Il tutto raccontato con leggerezza e semplicità, verve comica e scanzonata irriverenza. Come il rapporto con la “tradizione”, personificata dal vecchio bisnonno Vlad (la cui voce italiana è stata affidata a Paolo Villaggio, quella originale a Mel Brooks), che nel vano tentativo di resistere al cambiamento viene irrimediabilmente sconfitta.
In questo modo i film di animazione, seppur con tematiche universali e a volte ruffiane, spesso vanno dritti al senso delle cose, piu’ dei film classici. Sarà perchè con il cartoon ci si può sbizzarrire, sarà perché lo spettatore entra in quel mondo colorato e semplice ed è pronto a recepirne tutto in maniera diretta e immediata, ma questi blockbuster, costruiti nei minimi dettagli per poter poi vendere merchandising per innumerevoli anni, sono ben fatti, ben scritti, godibili e spesso con trame più profonde di alcuni film “da grandi”.