CINEMA DI IERI PRESENTA IL NEGOZIO AL CORSO DI JAN KADAR E ELMAR KLOS
Il Negozio al Corso è un film del 1965 diretto da Ján Kadár e Elmar Klos. È stato il primo film dell’est Europa ad essere stato premiato con un Oscar.
La storia è ambientata in un piccolo paesino slovacco durante la dominazione nazista. L’anno è il 1942 e, con l’utilizzo spregiudicato delle sue forze armate, l’impero tedesco ha allargato i limiti dei propri confini. Governi fantocci, manipolati da Berlino, sono stati installati nei nuovi Paesi annessi alla sfera d’influenza tedesca. E con essi, numerosi militari del luogo hanno ottenuto degli incarichi prestigiosi, sotto il servizio dei nazisti. Il protagonista, Tono Brtko, è invece un uomo qualunque; un simpatico ed ingenuo falegname, più bravo a lavorare con le braccia che con la testa. La moglie è insoddisfatta dello stato di povertà in cui vivono e guarda con ammirazione i vestiti alla moda e appariscenti che si può permettere la sorella, moglie di un militare di alto rango del locale governo filo-tedesco.
Tono, pur non essendo molto interessato alla politica, nutre una forte antipatia verso suo cognato ed un disprezzo sincero verso quell’atteggiamento goliardico e arrogante tipico degli ufficiali del regime. Però, proprio grazie a questa intima conoscenza, Tono viene fittiziamente nominato “proprietario ariano” di un negozio di proprietà ebraica. Il negozio è, infatti, di proprietà di una anziana signora ebrea, talmente sconnessa dalla realtà che la circonda da non essere nemmeno consapevole del fatto che ci sia una guerra in corso.
Nell’indifferenza di coloro i quali non sono interessati ai provvedimenti restrittivi raziali, anche nel paesino slovacco di Tono gli ebrei iniziano ad essere deportati. I pochi che hanno tentato di aiutarli vengono brutalmente repressi. Quella che segue è una tormentata lotta che Tono vive interiormente. In questa assurda situazione il povero falegname è portato ai limiti della ragione, dilaniato intimamente tra il desiderio di proteggere l’anziana signora innocente e la più egoistica volontà di denunciarla e salvare sé stesso.
Comicità e tragedia si confondono in questa tagliente esplorazione di un mondo in cui le cosiddette persone per bene ignorano il grido d’aiuto di un popolo intero e voltano la testa dall’altra parte. Lo svolgersi del dramma è semplice, realizzato in maniera disinvolta e divertente. Il legame che si sviluppa tra l’anziana signora e il protagonista è sincero ed è reso esilarante dall’incapacità della vecchia di comprendere realmente la situazione in cui si trova. Ma quando si raggiunge l’inevitabile e straziante epilogo, il tono del film cambia completamente. Quando la crisi morale di Tono raggiunge l’apice, il film passa da uno stato d’animo leggero e allegro a delle tonalità più scure e ad una maggiore gravità.
Il Negozio al Corso sviluppa importanti tematiche morali, etiche e sociali; accosta la commedia alla tragedia ed utilizza in modo avanguardistico elementi fantastici e surreali per arricchire la rappresentazione della storia. Il risultato è un film al tempo stesso inquietante e stimolante, la cui profondità e valore artistico l’hanno reso una bandiera del movimento new wave ceco e una pietra miliare del cinema internazionale.