L’animazione de Il bambino che scoprì il mondo

UN PICCOLO CAPOLAVORO D’ANIMAZIONE BRASILIANO

locandina Il bambino che scoprì il mondoProdotto in Brasile nel 2013 ma distribuito dalla Cineteca di Bologna solo in questi giorni nelle sale italiane, Il bambino che scoprì il mondo è un piccolo capolavoro d’animazione pluripremiato in concorsi e festival internazionali.

Scritto, diretto, animato e montato da Alê Abreu, racconta la storia di un bambino che abita in campagna con i suoi genitori, che cresce in mezzo alla natura circondato da tutto ciò che essa offre, dove tutto è genuino e semplice, nulla artefatto, e c’è sempre spazio per la fantasia. Un giorno il padre parte alla volta della città alla ricerca di lavoro, e dopo un po’ il piccolo decide di seguirlo.

Munito di una valigia in cui custodisce un tesoro, cioè una foto di famiglia, e con nelle orecchie e nel cuore la melodia che il padre era solito intonare, il bambino attraversa povere favelas, cupe zone industriali, immensi campi coltivati e città sovraffollate. I pericoli incontrati e affrontati lungo il suo cammino lo porteranno a crescere, senza però mai dimenticare il bambino che giocava in campagna, il suo vero io.

A colpire fin dall’inizio sono lo stile apparentemente infantile del tratto e le tecniche adottate da Abreu. Non ho cercato di disegnare per forza come i bambini, quello che volevo trovare era la stessa libertà che sperimentano i bambini quando disegnano”, ha dichiarato il regista, che ha personalmente disegnato i fondali e che si è anche occupato dell’animazione.  Attraverso l’uso di pastelli a olio, matite colorate, pennarelli, penne a sfera e collage il regista disegna e crea ambienti e vedute, realtà e fantasie, sempre con semplice creatività ma senza esibizionismi: nell’elementare chiarezza delle forme risiede la forza del discorso.

Quella de Il bambino che scoprì il mondo è una storia d’animazione semplice ma potente, che non si ferma a una superficiale lettura destinata ai soli bambini. Da una parte infatti c’è il mondo visto con gli occhi di un bambino, attraverso l’innocenza, la sorpresa e la fantasia, dall’altra ciò si scontra con la dura realtà delle cose vista da un punto di vista sociale, ambientale, lavorativo. Ma il messaggio che passa è sempre uno, cioè che la speranza non manca mai. E non dovrebbe mai mancare.


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