COL ROMAFICTIONFEST 2015 #Womensfilm DIVENTA #Womensfiction
Si è concluso da poco il RomaFictionFest 2015 e tra le serie presentate in concorso, fuori concorso e legate agli eventi speciali, molte avevano protagonisti femminili.
A partire dal film per la televisione di apertura, Lea, titolo italiano che racconta la vera storia di Lea Garofalo nata a Petilia Policastro, feudo della ‘ndrangheta in provincia di Crotone.
In questo paesino nascere donne vuol dire non essere libere e Lea ha il fausto destino di essere la sorella del capocosca locale e di avere come compagno il suo fidato braccio destro, che gestisce spaccio e usura a Milano.
Questo tipo di vita le va stretto e per dare un futuro migliore a sua figlia Denise, Lea decide di abbandonare il marito e di rivelare alla polizia i suoi traffici. La storia del coraggio di questa donna non finisce bene, il 24 aprile 2009, infatti, scompare.
La figlia denuncia il padre alla figlia, permettendo così alla giustizia di trovare i responsabili dell’omicidio.
La drammatica storia di Lea, interpretata da Vanessa Scalera, è stata diretta da Marco Tullio Giordania.
Storia di coraggio anche quella raccontata nella serie proveniente dall’Argentina, e presentata nella rassegna “Crime”, Entre Canibales. Scritta e diretta dal Premio Oscar Juan José Campanella (Il segreto dei suoi occhi), narra la storia di Ariana, una giovane donna che è determinata a vendicare lo stupro subito 20 anni prima.
La scoperta che i due aggressori lavorano per il sindaco di Buenos Aires, candidato anche per diventare Presidente, sembra far vacillare il piano di vendetta, ma Ariana non si arrende facilmente e decide quindi di infiltrarsi nel partito.
La telenovela ha debuttato il 15 maggio scorso su Telefé e ha concluso la sua prima stagione il 15 settembre, con ben 60 episodi da 60 minuti.
In concorso, invece, la storia di una soldatessa di stanza di Afghanistan che torna a casa dopo esser stata gravemente ferita in un sanguinoso scontro.
Con il titolo Limbo, la miniserie è l’adattamento dell’omonimo best seller del 2012 di Melania Mazzucco e a interpretare Manuela Paris troviamo Kasia Smutniak, che riceve a conclusione di questa nona edizione del RomaFictionFest il premio come Miglior attrice in una Serie TV/Limited Series/Tv Movies.
Prodotto da Fandango per RaiFiction, Limbo mette in scena la guerra interiore di Manuela che, tornata a casa, deve combattere contro i ricordi, le disillusioni e il dolore. Sospesa come in un limbo personale, immobile, incontrerà un misterioso uomo che le farà capire come, in realtà, la propria vita vada vissuta pienamente, in qualsiasi situazione.
E i titoli non finiscono qui, sempre in concorso Trial of Chunhyang: a Girl persecuted by Feudalism, la storia di una cortigiana coreana del XVIII secolo che viene accusata di aver violato il sistema di classe sul quale si fondava la società Joseon. Decidendo di amare un solo uomo, infatti, la ragazza viene meno al suo dovere di cortigiana, proprietà dello Stato.
La storia di Chunhyang è finita per diventare un dei canti Pansori, cioè una narrazione musicale accompagnata da un tamburo, più importanti della trazione coreana.
Contorta e con ben poco del telefilm, la rappresentazione della storia di Chunhyang ha una grande importanza nella cultura coreana, infatti è diventata un canto Pansori di ribellione verso i potenti nell’Ottocento.
Per la rassegna TV on Stage, invece, è stato presentato il film Les Trois Sœurs, prodotto dal canale francese Arte France, la Comédie-Française, AGAT Films & Cie e Ad Vitam.
La trasposizione televisiva è un libero adattamento del dramma di Čekhov ed è diretta da Valeria Bruni Tedeschi.
Con un’aria più moderna, la storia racconta la vita di queste tre sorelle, rimaste orfane dopo la morte del padre, e che sognano ancora di ritornare a Mosca, la loro città natia.
Irina, la più giovane, ha deciso che per essere veramente realizzata deve iniziare a lavorare.
Maša, sposata in giovanissima età, scopre un amore nuovo, spiazzante, disarmante e lacerante.
Olga, la più equilibrata, è professoressa al liceo femminile, ma sogna di diventare la moglie di qualcuno per poter restare a casa.
Come per la pièce teatrale, anche il film si può suddividere in atti, rappresentati dalle stagioni. Ben recitato e costruito, Les Trois Sœurs della Bruni Tedeschi non presenta una colonna sonora, se non il brano di Lou Reed Smalltown, che racchiude in toto la vita delle tre sorelle che attendono di trasferirsi dalla cittadina di provincia dove sono confinate.
Il RomaFictionFest è stata una rassegna ricca, sperando che i titoli stranieri non siano passati inosservati agli addetti ai lavori, la televisione italiana dovrebbe popolarsi di Women’s telefilm.