Blind: un film di Michael Mailer

ALEC BALDWIN E DEMI MOORE DI NUOVO INSIEME IN UNA PRODUZIONE INDIE

blind_Avete letto bene, per una volta la nostra rubrica sul cinema indipendente, che ha spesso privilegiato interessarsi perlopiù di prodotti nazionali, viaggia in via straordinaria in terra straniera (ma in realtà, riflettendoci, neanche tanto), per segnalarvi un film di cui difficilmente si parlerà altrimenti, almeno in tempi brevi. Perciò tocca a noi farlo, presentandovi Blind e non solo per il suo cast d’eccezione, ma soprattutto per la profondità dei temi affrontati e la loro particolare messa in scena, specialmente partendo dal fatto che si tratta in fondo di una produzione di base indipendente.

Il “blind” del titolo è Bill, affermato scrittore, che perde la vista in seguito ad un incidente d’auto, nel quale tragicamente muore anche sua moglie. Diversi anni dopo ritroviamo l’uomo perseguitato dalla sofferenza e dai sensi di colpa, ormai un accademico trasandato che trascorre le sue giornate in un gruppo di supporto per non vedenti. La sua amara routine viene sconvolta dall’arrivo nel centro, come volontaria, di Suzanne, moglie trascurata dal marito/uomo d’affari corrotto. I loro destini finiranno per incrociarsi ed insieme cominceranno a rendersi conto che c’è di più nella vita di quello che i semplici occhi possono vedere.

I due protagonisti, come da sottotitolo, sono Alec Baldwin (Bill) e Demi Moore (ovviamente, Suzanne), che tornano a calcare la medesima scena ad anni di distanza dal thriller del 1996 Il giurato, diretto da Brian Gibson. Stavolta, seguendo l’esempio di tante altre star di Hollywood, come possiamo constatare sempre più frequentemente nel nostro Missing in Italy ad esempio, decidono di rilanciarsi in una produzione “indie” (anche se è un discorso che, in realtà, varrebbe più per la sola attrice). Accanto a loro, Dylan McDermott (il marito di Suzanne), ammirato di recente nel serial horror/cult American Horror Story. Il film è scritto dal fratello del regista Michael Mailer, John Buffalo Mailer e prodotto da Jennifer Gelfer, Pamela Thur e Diane Fisher insieme ai produttori esecutivi Alessandro Penazzi, Scott Kluge e Alan Helene.

Nomi che hanno avuto, come ci si può aspettare, un costo, anche se probabilmente più organizzativo che economico. Non a caso, lo stesso filmaker ha dichiarato a proposito “Blind è stato un progetto caratterizzato da una lunga gestazione, ma per avere il superbo cast che ho avuto, mio fratello come sceneggiatore e il gruppo di produttori di grande talento che mi hanno circondato, posso dire con grande convinzione che è valsa la pena aspettare”. Tempistica dovuta anche dal fatto che prima di lui, a dirigere il film ci doveva essere il compianto Mike Nichols, la cui prematura morte ha così portato il progetto nelle mani di Michael Mailer, che non è certo nuovo in campo cinematografico, dato che possiede pure una sua casa di produzione, la MichaelMailerFilms per l’appunto, che ha realizzato più di 20 film, oltre ad essere attore (vedi, tra gli altri, Punto d’impatto del 2011) nonché figlio d’arte (il padre è il più famoso scrittore della beat generation Norman Mailer): tutti aspetti che possono averlo agevolato quindi.

Nonostante ciò, la pellicola ha di base tutte le caratteristiche linguistiche e tecniche che una produzione “indie” richiede e, soprattutto, ne presenta la sensibilità e la delicatezza che il genere spesso riesce a sfoggiare, tanto da aver catturato la nostra attenzione, come speriamo farà con la vostra, sperando che Mailer sia riuscito nell’ardua missione di realizzare un notevole prodotto e, allo stesso tempo, celebrare degnamente la memoria del mai dimenticato regista di capolavori come Il Laureato e Closer.  

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