NETFLIX NON FA MANCARE NEL CATALOGO ITALIANO L’ANIMAZIONE
Netflix è sbarcato in Italia già da un mese, periodo in cui è stato possibile esplorare il catalogo che, seppur ristretto rispetto a quello americano, di sicuro non ha lasciato perplesso e all’asciutto il pubblico.
Tra le proposte originali firmate Netflix non mancano i titoli d’animazione. Ad aprire le danze di questo filone è la serie animata BoJack Horseman, ideata da Raphael Bob-Waksberg e disponibile con le prime due stagioni di 12 episodi ciascuna. Protagonista un attore diventato famoso negli anni Novanta grazie a una sitcome chiamata Horsin’Around, che negli ultimi due decenni non ha realizzato nient’altro, e vive percorrendo il viale del tramonto dal quale non riesce ad allontanarsi. Egocentrico, un po’ narciso, con la mente e gli occhi sempre rivolti al suo passato di star e con la sua serie in dvd ovunque con sé. Magari, scrivere una biografia sulla sua vita, pensa, potrebbe farlo tornare sotto i riflettori e nel cuore del pubblico. Ah, BoJack è un cavallo.
L’idea della serie è infatti quella di far convivere uomini e animali antropomorfi nello stesso universo, in cui coabitano senza pregiudizi e nessun tipo di distinzione, neanche sessuale. È così che BoJack fa sesso con la prima che capita, sia essa una donna o la sua felina manager Pricess Carolyn (proprio perché è un gatta), magari dopo essersi ubriacato con ettolitri di birra insieme allo sfigato coinquilino umano Todd. Inoltre ogni giorno convive con l’ossessione e l’odio verso il rivale Peanutbutter, un cane giallo che ha avuto successo con una serie simile alla sua ma che diversamente da lui non è caduto nel dimenticatoio, ma anzi continua a lavorare e ad essere al centro dell’attenzione (ed è fidanzato con la ghostwriter di BoJack, Diane). Insomma, tra lui e un uomo cambia ben poco, e infatti ben presto ci si dimentica della sua natura equina come di quella degli altri animali della serie.
La grafica in 2D come anche l’ironia riprendono prodotti di successo quali I Simpson o I Griffin, mentre non può non venire alla mente associare la storia di BoJack a quella di Norma Desmond, personaggio principale del celebre film Viale del Tramonto, che racconta le vicende di una star del muto decaduta con l’avvento del sonoro ma che non smette di amare sé stessa e la sua bravura di un tempo, autocelebrandosi appena possibile.
Battute argute e geniali si alternano ad altre così sceme e banali che non riescono neanche a far ridere, ma che sono lo specchio della pochezza di quella società in cui tutto si svolge, fatta di agenti squali, attori alla conquista del successo ad ogni costo, reality e show, e tutto si riduce alla semplice immagine senza contenuto e priva di grassi. Merito di questa serie Netflix è quello di criticare senza pietà proprio il mondo di cui BoJack fa parte, che è quello dello spettacolo e di Hollywoo(d), dissacrandolo senza risparmiare niente e nessuno.