RAGAZZE DIFFICILI IN UN PERIODO DIVISO TRA TRADIZIONE E MODERNITÀ
Nel tardo Medioevo era stregoneria, e si finiva arse.
Nel periodo della rivoluzione industriale era isteria, e si finiva o in carcere o su un tavolo chirurgico.
Con lo scisma delle nuove generazioni da quelle precedenti negli anni ’50 era “incapacità di stare al mondo”, e si finiva in istituti psichiatrici dove l’elettroshock era la cura.
Ragazze che, per un piccolo incidente di percorso, venivano mandate in manicomio, e che vengono ben rappresentate dalla protagonista di Family Life di Ken Loach.
Presentato al 25° Festival di Cannes, il film mette in scena un dramma che colpisce dritto nello stomaco. Lo stile asciutto, crudo e documentaristico del regista ingigantisce la dimensione tragica della storia.
Una ragazza, Janice, spinta ad abortire dalla madre conservatrice scivola sempre più in depressione, sviluppando una sindrome di schizofrenia. Messa in un istituto di cura, la ragazza dapprima è in cura da un medico anticonformista, che finisce però per essere licenziato non avendo risultati adeguati dal suo gruppo di pazienti. Seguiranno così una serie di elettroshock che distruggeranno mentalmente la ragazza.
Family story è ispirato alle teorie antipsichiatriche di Ronald Laing, psichiatra scozzese che scrisse molto sulla psicosi.
Dai toni più leggeri, anche per lo stile registico e provenienza, Ragazze interrotte con un cast di eccezione formato da nomi come Whoopi Goldberg, Angelina Jolie, Winona Ryder, Brittany Murphy, Jared Leto e Jeffrey Tambor. Il film è l’adattamento cinematografico del diario di Susanna Keysen, scritto nel periodo in cui è stata ospite di un istituto di cura, La ragazza interrotta.
Il film è ambientato verso la fine degli anni ’60 e vede protagonista, per l’appunto, Susanna Keysen – la Ryder.
Diagnosticatole un disturbo di borderline dopo il ricovero in ospedale per aver ingerito un flacone di aspirine con della vodka, Susanna verrà ricoverata in una struttura dove farà la conoscenza di altre ragazze, internate per i più svariati motivi.
Tra alti e bassi nel rapporto d’amicizia con le sue compagne di avventura, Susanna tenterà la fuga assieme alla sociopatica Lisa, magnifica interpretazione della Jolie con la quale si è portata a casa il Premio Oscar e il Golden Globe come miglior attrice protagonista nel 2000.
Menzione d’onore per Magdalene di Peter Mullan del 2002, premiato lo stesso anno con il Leone d’oro.
Il film racconta la storia di tre ragazze Bernadette, Margaret e Rose che, macchiate di gravi peccati (rispettivamente esser stata violentata dal proprio cugino, essere orfana e attraente e una ragazza madre), vengono rinchiuse in una Casa Magdalene a espiare le proprie colpe.
Magdalene è un film-denuncia sui soprusi subiti da ragazze e giovani donne che venivano rinchiuse in conventi devoti alla Maria Maddalena per redimersi da peccati considerati molto gravi dalla comunità cattolica irlandese degli anni ’60. Rinnegate dalle loro famiglie, oppure orfane, le ragazze venivano usate soprattutto come lavandaie non retribuite, subendo torture psicologiche e fisiche da parte delle suore.